Nel 1987 venti milioni di italiani hanno votato un referendum contro il nucleare.
Ora il nostro governo (nemmeno il parlamento) ha deciso che, per poter andare avanti, il nostro paese ha bisogno di ricorrere all' energia nucleare.
Ma chi li autorizza a prendere decisioni a nome del popolo italiano?
Chi e quando, avrebbe deciso che i risultati di un referendum (il modo più democratico di prendere delle decisioni) non sono più validi né vincolanti?
Chi e quando deciderà che il referendum per scegliere tra repubblica e monarchia non è più valido?
Dopo il Ministro dell'elettricità iracheno Karim Wahid, anche Berlusconi e Scajola cercheranno un accordo con la Francia per la cooperazione sull'energia nucleare.
Mentre nel resto d'europa, da anni investono nelle energie rinnovabili,
Mentre paesi come la Germania e la Danimarca ricavano una percentuale considerevole dei loro fabbisogni energetici dalle turbine eoliche e dai pannelli solari,
Mentre gli Stati Uniti d'America si accingono ad abbandonare il nucleare e ad investire tutte le risorse disponibili sulle fonti rinnovabili e sul risparmio energetico,
Mentre la stragrande maggioanza dei paesi più industrializzati del mondo, Cina inclusa, stanno avviandosi sulla stessa strada,
I nostri amministratori politici scelgono per l'Italia e gli italiani una strada diametralmente opposta, esattamente come l'Irak.
Diranno che servirà a restituire competitività' alle imprese italiane, che negli anni hanno effettivamente pagato l'energia ad un prezzo superiore, rispetto a quello pagato dalle imprese nei Paesi che hanno esercitato l'opzione nucleare.
Ma non diranno che il costo dell'energia nucleare sarà il doppio di quella prodotta da altre fonti.
Ma non diranno a nessuno che, tra circa 10 anni, una volta completato il gigantesco affare legato alla costruzione delle centrali nucleari, e prima ancora della loro entrata in funzione, ogni potenziale beneficio risulterà completamente azzerato.
Avremo semplicemente sostituito la nostra dipendenza dal petrolio con la dipendenza dall'uranio.
Ed il prezzo si è decuplicato negli ultimi anni, a causa di una ormai cronica insufficenza delle estrazioni, che recentemente ha costretto gli stessi francesi a rifornirsi da vecchie testate nucleari sovietiche smantellate.
Avremo lasciato in eredità alle nuove generazioni i giganteschi costi e rischi per la salute connessi alla gestione delle scorie.
Avremo sottratto miliardi di euro agli investimenti sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico, che sulla base di valutazioni operate da esperti di tutto il mondo, generano per ogni miliardo di investimento pubblico due miliardi di investimento privato e determinano la produzione del doppio di energia elettrica, rispetto allo stesso importo investito per la realizzazione di una centrale nucleare.
Avremo accumulato altri 10 anni di ritardo sulle nuove tecnologie rispetto a paesi come la Germania, il Giappone, gli Stati Uniti d'America e la stessa Cina, che hanno invece investito o che hanno deciso di investire seriamente sulle energie rinnovabili.
Anche per il lavoro che svolgo, so quanto spesso le problematiche legate ai rischi per la salute vengano messi in secondo piano rispetto soprattutto alle esigenze di profitto.
Come nel campo del lavoro esiste un legame perverso, che rende accettabili rischi evitabili sia dai lavoratori (che hanno necessità di un lavoro e di uno stipendio) sia dagli imprenditori (che cercano il maggior profitto al minor costo);
così, anche nel campo dell'ecologia, spesso i rischi (se non addirittura i danni certi) per la salute e l'ambiente, spesso vengono sottovalutati, poco considerati, o il loro impatto viene rimandato ad una valutazione tardiva.
Io sono convinto che la prudenza, per quel che riguarda soprattutto la salute e l'ambiente, non sia mai eccessiva.
Ho pensato pertanto di riportare il pensiero riguardo le scorie nucleari di uno dei fisici più autorevoli del mondo, e che si è occupato approfonditamente ed a lungo di fisica atomica: il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia.
«Si apre a questo punto il grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi.
Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati, vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità sotterranee e marine.
Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo.
Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest'ultimo stadio del ciclo nucleare.
I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombardamenti, atti di sabotaggio.
Malgrado tutte le precauzioni tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei fondali marini.
Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri nucleari.
Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro.
Sotto la pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l'uomo attraverso la catena alimentare.
A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate.
Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente.»
La televisione, in Italia, viene utilizzata dalla maggior parte dei cittadini, come unica fonte di informazione su cui basare i propri convincimenti.
Purtroppo credo che attualmente sia sottoposta a dei pesanti condizionamenti politici.
Ho voluto pertanto inserire alcuni documenti video, che offrono una panoramica di versa da quella proposta sugli schermi televisivi.