Aldo Varotto

Cosa ci possiamo vendere ancora?

Baia di Paraggi
La spiaggia della bellissima baia di Paraggi, vicino a Portofino (PV), 02/06/2006.
Le zone colorate di rosso sono privatizzate o date in concessione d'uso a privati.
L'unica zona accessibile a chiunque è quella non colorata (notate la differenza di affollamento).
Cliccando sull'immagine è prossibile scaricare l'immagine in dimensione originale, vedere in dettaglio lo sfruttamento dello spazio costiero della baia, e la concentrazione spaziale dei bagnanti.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una tendenza diffusa a privatizzare beni e servizi pubblici di ogni tipo.
Con la motivazione di migliorare l'efficienza economica, o di migliorare le condizioni finanziarie, o di ottenere dei risparmi, si stanno cedendo ai privati, servizi sanitari, scuole, mense degli enti pubblici, servizi di riscossione tributi, reti di distribuzuoe di energia elettrica, acqua, gas, telefoni, autostrade, treni, ma perfino immobili, gestione di musei pubblici, terreni demaniali, ed aree protette.

Ammesso che i vantaggi sotto il profilo economico siano effettivi e non teorici, mi domando se sia giusto ed accettabile che qualunque cosa possa essere ceduta in proprietà od in usufrutto solo ad alcuni.
La salute, l'istruzione, l'aria, l'acqua, il cielo, il mare con le sue spiagge, le montagne con i loro boschi e le loro vette, i monumenti storici, i musei, ecc., secondo me sono beni che devono rimanere a disposizione di tutti, e non devono diventare oggetto di profitto per pochi.
Non si può consentire a singoli o a privati di ammorbare per proprio vantaggio l'aria o l'acqua di tutti.
Non si può consentire a pochi di arricchirsi fornendo servizi irrinunciabili, come la salute, la fornitura di acqua potabile, di energia, la possibilità di comunicare e di spostarsi.
Non si possono concedere spiagge, e coste (risorse limitate e preziose) a privati per poterci costruire stabilimenti balneari e ville per pochi, che privano i più della possibilità di accedere, e spesso anche di vedere ciò che dovrebbe essere di tutti.
Non è ammissibile che i musei ed i monumenti pubblici (che rappresentano la storia di tutti) siano gestiti da privati, che impongono (a scopo di profitto) prezzi dei biglietti di accesso, a costi proibitivi per una famiglia comune che decida di visitare una città.

Il progresso di una società credo che non si misuri soltanto con il metro economico, con i profitti, i risparmi.
Ci sono valori, come la giustizia sociale, la valorizzazione dei beni ambientali, storici, e paesaggistici che dovrebbero avere sempre la priorità.
La nostra "anima" dovrebbe essere un bene non commerciabile.



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