Da alcuni anni, in Italia stiamo assistendo ad un incredibile aumento dei servizi forniti in ogni campo da volontari e dalle loro associazioni.
Credo che la partecipazione dei cittadini in opere di volontariato sia molto utile sotto vari punti di vista:
Rende i cittadini consapevoli e responsabili, nei riguardi dei costi e del valore di molti servizi sociali.
Consente di conoscere, condividere, ed alleviare le sofferenze degli altri.
I miei suoceri, che sono tra le persone che stimo maggiormente, dedicano ogni anno considerevoli quantità del loro tempo e dei loro risparmi per sostenere questo tipo di iniziative.
Attualmente, però, la quantità, ed il tipo di servizi forniti in Italia dalle associazioni di volontariato si sta ampliando in maniera molto preoccupante per uno stato civile ed avanzato:
Ambulanze e trasporto degli ammalati? Quasi ovunque gestiti da associazioni di volontari.
Come vengono trasferite le cornee espiantate a Vigevano (nell'ospedale in cui lavoro), alla Banca degli Occhi di Pavia? Le portano i volontari.
Assistenza agli anziani ed agli handicappati? Ci sono i volontari.
Mense e dormitori per gli indigenti ed i vagabondi? Gestite dai volontari.
Abiti e farmaci per le popolazioni del terzo mondo? Se ne occupano i volontari.
Centri di accoglienza per immigrati clandestini? Gestiti da associazioni di volontariato.
Fondi per la ricerca medica nel campo della sclerosi multipla, delle distrofie muscolari, delle malattie genetiche, e di quelle neoplastiche? Finanziate tramite donazioni volontarie.
Pompieri? In parte volontari.
Assistenza a popolazioni terremotate o alluvionate? Intervengono i volontari.
A Vigevano, dove vivo, ogni anno, in giugno, per un intero week end si svolge la festa del volontariato, con esposizione di tutte le asociazioni in piazza Ducale e nelle vie del centro, spettacoli di musica, di teatro, e giochi per i bambini.
Il fenomeno ha raggiunto proporzioni tali che lo stato ne riconosce l'importanza e l'utilità, pubblicizzando gratuitamente sulle reti televisive nazionali le loro attività, invitando i cittadini a partecipare ad attività di volontariato, con agevolazioni fiscali alle ONLUS.
Le associazioni di volontariato non sono degli organi statali.
I criteri con cui scelgono i soggetti da assistere, o i programmi da sostenere, sono quasi sempre individuati su loro autonoma iniziativa.
Anche il tipo e la qualità delle prestazioni fornite, generalmente sono decise in modo personale ed indipendente.
Per quanto riguarda l'assistenza sociale e sanitaria, non mi sembra giusto affidarsi alla benevolenza ed alla disponibilità di associazioni che agiscono in modo indipendente.
Vivendo in una nazione socialmente avanzata, mi piacerebbe pensare, che, se un giorno ne avrò bisogno, potrò contare sull'assistenza sanitaria, perché ho lavorato, pagato le tasse, e perché lo stato ha provveduto ad organizzare efficacemente e con criteri equi l'accesso a questo tipo di prestazioni; non perché un associazione indipendente darà la sua disponibilità a trasportarmi in ambulanza, o a fornirmi assistenza infermieristica a condizioni stabilite individualmente.
Se dovessi utilizzare un abitazione per indigenti, vorrei che i criteri di accesso a queste strutture fossero stabiliti in modo uniforme ed equo a livello nazionale, senza sperare in una concessione elargita con criteri personali.
Vorrei che la ricerca fosse finanziata da risorse pubbliche, per studi selezionati sulla base delle esigenze dei cittadini e del paese, non per quelle individuate dalle aziende farmaceutiche o di piccoli gruppi di studiosi.
Vorrei che in caso di incendio, o di terremoto, intervenisse il personale preparato, pagato ed appositamente predisposto dallo stato; non vorrei dover sperare nell'aiuto e nelle attrezzature elargite per benevolenza di associazioni indipendenti.
Vorrei insomma che l'assistenza sociale fosse un valore riconosciuto dallo stato, e fornito ai cittadini come diritto conquistato, e non come elemosina.