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31/07/2009-24/08/2009
Diario di viaggio in camper

Venerdì 31/07/2009
Vigevano-Trento 270 Km

ore 7.30
Ultimi prepartivi prima della partenza.
Quasi tutto è già stato caricato in furgone. Rifornimento di acqua. Verifica della pressione delle gomme e del livello dell'olio motore.
Si va al lavoro con lo spirito già proiettato verso le vacanze.
Giovanna, che ha lavorato durante la notte precedente, è a casa e completa i preparativi.
Appena dopo pranzo si parte. Nonostante i buoni propositi, non riusciamo muoverci prima delle 14.50.
Siamo felici di rivedere le bambine, in vacanza dai nonni da un paio di settimane, e di partire per questa nuova ed interessante vacanza.

Sull'autostrada superiamo la Toyota di Giorgio, che sta viaggiando verso Desenzano per perndere Mary.
La loro auto è stata preparata per quasi 1 anno. Ora è perfezionata in ogni dettaglio in base alle loro esigenze.
È stata perfino decorata con adesivi personalizzati dedicati al viaggio in Islanda.
Conoscendo la cura che dimostra anche per ognii dettaglo, pensiamo che forse avrà realizzato anche delle magliette con la stessa grafica.

Arriviamo a Trento verso le 19, e poco dopo sapremo che in breve ci raggiungeranno anche i nostri compagni di viaggio.
Si cena tutti insieme sfruttando la consueta ospitalità di suoceri e cognati.

Prima dormire andiamo a Trento a prelevare contanti.
Ci hanno detto che in Islanda le banche sono molto rare, e c'è il rischio di non poter utilizzare il bancomat per prelevare le corone islandesi.

Sabato 01/08/2009
Vigevano-Hann.Münden 900 Km ca.

Il viaggio procede un po' lentamente, per il traffico, e per la velocità della Toyota che non supera mai i 100 Km/h

Domenica 02/08/2009
Hann.Münden Copenaghen 680 Km ca.

Breve vista ad Hann.Münden, un bel paesino alla confluenza di tre fiumi.
Un sacco di canoe. Segnalazioni per le canoe sul fiume.
Belle case a cassone. Fontane moderne. Ponte coperto.
Prendiamo il pane tedesco ai semini.

Strada livemente ondulata. Un sacco di generatori eolici. Distese di pannelli solari. Alcune code.

Per raggiungere Copenaghen ci aspettavamo di dover attraversare il ponte più lungo d'Europa. Invece scopriamo di doverci imbarcare per una costosa attraversata in traghetto.
La durata del nostro viaggio si allunga notevolmente.

Raggiungiamo Copenaghen per ora di cena.
Perdiamo molto tempo per trovare un campeggio. Alla fine ci sitemiamo a 15 km dal centro in una bella area erbosa e con ottimi servizi.

Lunedi 03/08/2009
Copenaghen-Hanstolm, 460 Km ca.

Parcheggiamo le auto in centro, vicino ai giardini Tivoli, qualcosa a metà strada tra un parco pubblico cittadino ed un luna park.
Notiamo con sorpresa come sia scorrevole il traffico della città.
È facile e rapido perfino l'attraversamento del centro storico. Non ci sono code, né auto ferme in zone vietate. Tutto ha un aspetto pulito ed ordinato.

I semafori sono molto più sottili e luminosi di quelli che si trovano in Italia.
Sono illuminati da led.
Il giallo precede anche il verde e consente di ingranare la marcia per tempo.
I semafori per i pedoni, al posto del giallo, hanno un contasecondi alla rovescia, che indica durante il rosso quanto manca al verde, e quando il semaforo è verde indica quanto manca al rosso.

Nonostante il brutto tempo, si vedono ovunque moltissime biciclette. Alcune hanno 2 ruote anteriori, ed in mezzo, una cesta, spesso coperta, per il trasporto di materiali, o per alloggiare un bambino.

Dopo aver litigato con i parkimetri, iniziamo la nostra passeggiata per le vie della città, sotto una pioggerellina fina ed insistente.
Abbiamo poco tempo prima di rimetterci in viaggio, e decidiamo di utilizzare un battello per visitare la città attraverso i suoi canali.
È stata una scelta vantaggiosa.
Con le indicazioni di una guida, in poco più di un'ora abbiamo la possibilità di vedere da una prospettiva originale la maggior parte delle zone caratteristiche della città.
Belli in particolare i loft affacciati sui canali della vecchia area portuale, i canali di cristiania, oltre ai moderni edifici in cristallo e vetro del teatro e del...

Quando risaliamo in macchina il tempo migliora fino a diventare una splendida giornata di sole ed aria tersa.
Attraversiamo finalmente il famoso ponte più lungo d'europa: ben 15 km. È a campata unica, ed è sostenuto da cavi enormi (probabilmente circa 3 metri di diametro).
C'è pochissimo traffico.
Attraversiamo molti splendidi fiordi, e sterminate distese ondulate, ricoperte di erba verdissima, di boschi, e di coltivazioni di grano.
Di tanto in tanto incontriamo qualche fattoria, spesso dipinta di rosso.
I centri abitati sono pochi, e molto piccoli, con casette singole basse, con giardini curati, con recinzioni molto basse, od assenti.
Non si vedono elettrodotti, né centrali elettrihe.
Ovunque il paesaggio è caratterizzato dalla presenza delle eliche dei generatori eolici di corrente.

Viene spontaneo confrontare questo paesaggio con quello della pianura padana che attraversiamo frequentemente per motivi familiari, per andare da Vigevano, a Verona, a Rovigo, ed a Chioggia.
Da noi la densità di popolazione è notevolmente maggiore, maggiore è il traffico, e la quantità di stabilimenti industriali di ogni tipo.
Il paesaggio lungo le strade della pianura padana appare quasi completamente cementificato, deturpato da elettrodotti, e da tralicci metallici.
Non c'è alcun riguardo nel costruire centrali elettriche a carbone, a gasolio, inceneritori di immondizie, industrie di ogni tipo, in un prossimo futuro, perfino centrali nucleari.
Pare invece che qualcuno si preoccupi del possibile impatto estetico dei generatori eolici, e del costo dei pannelli solari.
La Danimarca (ma anche la Germania) invece dimostra grande attenzione all'ambiente, e produce l'energia attraverso fonti rinnovabili, nonostante la disponibilità di notevoli risorse petrolifere, nonostante alcune piccole centrali termoelettriche per questi piccoli paesi in mezzo al verde avrebbero un impatto ambientale molto inferiore a quello generato in Italia.

Arriviamo ad Hanstholm per ora di cena.
Il paese è veramente minimo.
Oltre al porto ci sono alcuni stabilimenti per la lavorazione del pesce, e poche case.
Mangiamo pesce in un economico ristorantino al porto.
Giorgio regala a tutti i partecipanti al viaggio una maglietta appositamente realizzata, con la stessa grafica utilizzata per decorare la sua auto (confermando le nostre previsioni di 2 giorni prima).

Andiamo a parcheggiare per la notte su un prato lungo il mare.
Passeggiata sulla spiaggia di sabbia bianca e fredda. Corse, scherzi, raccolta di gusci di granchio.

Prima di dormire dobbiamo nascondere i prodotti alimentari proibiti in Islanda: salumi, formaggi, latte.
Prepariamo infine i bagagli per il viaggio in nave.

Martedi 04/08/2009
Traghetto

Ci prepariamo all'imbarco.
Sul piazzale del porto si sono radunati centinaia di veicoli di ogni tipo.
Nonostante l'Islanda sia una località remota, e poco ospitale, i biglietti per il viaggio in nave vengono esauriti tutti con molti mesi di anticipo.
I mezzi per fuoristrada sono senz'altro i più numerosi.
La maggior parte sono veicoli preparati artigianalmente, ed appositamente attrezzati, con molte ruote di scorta, verricelli anteriori, piastre per le ruote, prese d'aria rialzate per il motore, tende per dormire sul tetto, serbatoi ausiliari, cassoni metallici sul portapacchi, pale ecc.
Alcuni sono derivati da camioncini Unimog, MAN, o mezzi dell'esercito o dei pompieri.
Tutti sono interessanti, perché originali, personalizzati nella tecnica, negli accessori, negli allestimenti e nell'estetica.
Moltissimi sono anche i furgoncini simili al nostro, soprattutto Volkswagen e Mercedes.
Ci sono anche numerosi motociclisti, ed alcuni ciclisti.

A bordo della Norrona il viaggio è un po' noioso, ma Giorgio ci diverte con i racconti delle sue pregresse esperienze.
Nel pomeriggio leggiamo, Francesca ed Emma partecipano ad una dimostrazione di tornitura del legno.
Durante la serata assistiamo ad uno spettacolo di magia.

Mercoledi 05/08/2009

Cattivo risveglio.
Nella nostra stanza c'é un gigante.
Non parla...mugugna.
Utilizza delle scarpe enormi... (52?). È venuto a dormire alle 5.15 del mattino, tossendo, urtando contro porte, letti, barcollando, fino a trascinarsi sul letto.
Una volta disteso, nel giro di pochi minuti è entrato in stato comatoso, tra schiarite di gola, soffiate di naso, colpi di tosse, che man mano si sono trasformati in un gorgoglio regolare simile al rumore di una caffettiera.

Le bambine passano la giornata leggendo, ed utilizzndo i giochi in scatola.

Alle 15 attracchiamo a Thorshavn alle isole Faroe.
Le isole si presentano verdissime solcate da numerosi ruscelli e fiumiciattoli che scendono ovunque, spesso formando cascate.
Le case sono dipinte con colori vivaci, che contrastano con i grigi e gli azzurri del mare e del cielo.
Quando ripartiamo, percorriamo stretti canali di mare tra le isole. Notiamo che in questi canali si sviluppano fortissime correnti marine.

Andiamo a dormire un po' disturbati dal mal di mare, e scopriamo che il nostro compagno di cabina è cambiato con uno molto più tranquillo.

Giovedi 06/08/2009
Traghetto-Egilstadir-Lagarfijot-Hengifoss- m.te Sneffell-verso Dettifoss

Già dal risveglio siamo in ansiosa attesa dell'arrivo in Islanda.
Le operazioni di sbarco sono particolarmnte lunghe.
Molte auto verranno perquisite.
Noi scenderemo per ultimi, ma non verremo fermati. Non ci vengono nemmeno richiesti i passaporti, né la tassa di ingresso con l'auto di cui qualcuno ci aveva parlato in precedenza.

Già dall'inizio il paese si presenta stupefacente.
Aria estremmente tersa e senza odori.
Cieli dai colori scuri, ma c'è molta luce.
Acqua che scende ovunque.
Prati verdissimi, e rocce scure.
Tempo in continuo cambiamento con passaggio da pioggia fitta a sole splendente nel giro di pochi minuti.
Tantisimi arcobaleni.

Ci fermiamo ad Egilsstadir per cambiare moneta, e per la spesa al supermercato.
Sperimentiamo il "mal di terra": quando entriamo in un locale chiuso come un negozio, abbiamo la sensazione che il pavimento, le pareti, e gli scaffali ondeggino.

Incontriamo le prime auto islandesi.
I mezzi fuoristrada sono molto comuni, ed alcuni sono attrezzati con ruote gigantesche, carreggiata allargata ed assetto rialzato...
Ci domandiamo cone sarà affrontare le strade del paese, con il nostro furgoncino stradale a 2 ruote motrici.

Land Rover islandese
Toyota Land Cruiser
Alcuni fuoristrada islandesi

Costeggiamo il lunghissimo lago Lagarfljot, secondo alcuni sarebbe abitato da un mostro gigantesco a forma di verme. Quando le anse del verme si sollevano dall'acqua lascerebbero uno spazio libero talmente ampio da consentire il passaggio al di sotto di un intero veliero con le alberature. La caduta delle anse nell'acqua avrebbero provocato onde e terremoti che avrebbero distrutto alcune fattorie sulle rive.

Cascata di Hengifoss
Cascata di Hengifoss
Alcune rocce in prossimità della cascata
"Giardino di rocce" in mezzo al prato

Ci fermiamo nei presi della cascata di Hengifoss, tra le più alte d'Islanda.
La raggiungiamo con una camminata di circa un'ora.
Il rumore è simile a quello di un jet in fase di decollo.
Possiamo ammirare le colonne basaltiche delle rocce attorno alle cascate.
Si formano per il raffreddamento della lava che le ha originate.
Le spaccature che separano le colonne si formano sempre perpendicolarmente alla superficie di raffreddamento (la superficie superiore). La curvatura della parte superiore delle colonne basaltiche indica che quando si sono formate la lava era ancora in movimento.
Le rocce da cui precipita la cascata presentano un insolito aspetto a strati neri e rossi. I primi sono costituiti di rocce vulcaniche. Gli strati rossi originano dalle ceneri vulcaniche, e sono ricchi di ferro, e si ossidano a contatto con l'aria, quando vengono ricoperti dalla successiva colata lavica.

Ci dirigiamo verso sud ovest e prendiamo quota fino avvicinarci molto al monte Snaefell.
Alla fine però siamo costretti a separarci da Giorgio e Mary, ed a rinunciare alla gita alle ice-cave ai piedi del Vatnajökull programmata per il giorno successivo. Il nostro furgoncino non è adatto ad affrontare le strade sterrate ripide ed accidentate che è necessario percorrere.
Andiamo a riprendere la Ring Road n° 1 in direzione nord e ci dirigiamo verso le cascate di Dettifoss.
Ci fermiamo a dormire su unprato ai lati di una stradina sterrata laterale, in una zona remota.
Il tempo è freddo e ventoso.
Mangiamo in macchina, e mettiamo alla prova la capacità di protezione della parte superiore in tela del California.

auto parcheggiata
La nostra macchina in sosta.

Venerdi 07/08/2009
Dettifoss - Selfoss - Hafragilfoss - Jokulsa a Fjollum - Husavik

Ci svegliamo circondati dalle pecore.
In Islanda ce ne sono moltissime, ovunque, e sembrano libere di pascolare in spazi sconfinati, in assenza di recinzioni e controlli.
Emma ed io andiamo a cercare di fotografarle ma sono piuttosto schive.
Scopriamo come sono fatti i recinti utilizzati per radunare le pecore e per caricarle su camion o carrelli.

Pecore
Pecore

Ring road a nord del Vatnajokul
La strada lambisce una zona desertica nera a nord del ghiacciaio Vatnajokull

Il viaggio sulla strada asfaltata è scorrevole e veloce, ma le cose cambiano quando abbandoniamo la n°1 per percorrere i 35 km della 864 che ci porterà a Dettifoss, considerata la più potente cascata d'Europa.
Fa un salto di 45 metri d'altezza ed è larga 100 m.
La portata media è di 195 metri cubi al secondo.
Lo spettacolo è impressionante.
Il fiume è ripido ed impetuoso.
Scorre in un profondo canyon dalle pareti di roccia scura.
Le acque sono scure per i detriti trasporatati.
La cascata interrompe obliquamente il decorso del fiume in una lieve curva in contropendenza.
I vapori della cascata sono spinti dal vento molto in alto sulla riva sinistra che appare incredibilmente verde rispetto al pasaggio roccioso e brullo circostante.

Cascata di Dettifoss
Cascata di Dettifoss
Acque scure e chiare
Il colore delle acque scure del fiume Jokulsa a Fjollum, ricco di detriti lavici, contrasta con la limpidezza di un affluente.

Delle brevi passeggiate ci portano anche a vedere le belle cascate a monte ed a valle chiamate rispettivamente Selfoss ed Hafragilfoss.

Altri 35 Km di strada sterrata e dissestata ci separano dalla strada asfaltata alla foce del fiume Jokulsa a Fjollum, al termine del provondo canyon del tratto superiore.
Anche in quì, dove il letto si allarga in immensi ghiaioni, il corso d'acqua appare impetuoso.

Il tratto di strada che ci porterà ad Husavik, si snoda lungo la costa, tra grandi fattorie, immensi prati, cavalli e pecore.
Prima di raggiungere la nostra destinazione percorriamo tratti di scogliera alta, da cui si godono splendidi panorami della baie circostanti.

Ci sistemiamo per la notte in un bel campeggio erboso con ottimi servizi: acqua per il rifornimnto dei serbatoi, acqua calda per docce e lavandini, sapone, carta igienica, servizi puliti, area cucina.
Ci meravigliamo dell'assenza di una sbarra che regola l'accesso al campeggio, e perfino di personale addetto all'accettazione.

Sabato 08/08/2009
Husavik - Myvatn - Krafla - bagni termali

Questa è stata una delle giornate più intense.

Al mattino ci prepariamo in fretta, liberiamo la piazzola del campeggio, ed alle 9.00 ci imbarchiamo su una piccola baleniera, costruita in legno di quercia, e dotata di un silenziosissimo ma veloce motore entrobordo.
La giornata è tersa, ed il mare calmo, le condizioni ideali per l'avvistamento delle balene, ma ci sembra difficile avere la fortuna di incontrare questi incredibili animali.
Ed invece di lì a poco avremmo avuto una serie interminabile di emozionanti incontri con questi giganti marini.
Alcuni si sono esibiti in spettacolari salti.

Battello in legno per l'avvistamento di balene
Battello in legno per l'avvistamento di balene
Balena
Balena

Abbiamo anche avuto la fortuna di incontrare le "pulcinella di mare" (puffin).
Si tratta di piccoli uccelli marini, dal grosso becco colorato, in grado di contenere contemporaneamente fino a 20 pesciolini.
Sono poco abili nel volo, ma ottimi nuotatori. Posono immergersi fino a 60 metri di profondità. Possono sopravvivere in mare aperto per molti mesi.
Durante l'estate in milioni popolano le coste islandesi, dove nidificano, ed in inverno scompaiono completamente. Alcuni migrano verso le isole britanniche. Altri si ritiene che rimangano in mare aperto.

Pulcinella di mare
Pulcinella di mare a nuoto
decollo di Pulcinella di mare
decollo di Pulcinella di mare

Per ora di pranzo ci spostiamo sulle coste del lago Myvatn, il secondo maggior lago islandese.
Il nome significa: "lago delle zanzare". Alcuni turisti per rendere onore al nome del lago hanno indossato zanzariere per il capo. In realtà, noi che siamo avvezzi alle zanzare non abbiamo incontrato insetti fastidiosi, tranne alcuni moscerini.
Il lago presenta coste molto frastagliate, e molte isolette, ed è caratterizzato da numerosissime formazioni vulcaniche.
Ci vivono numerosissime specie di uccelli acquatici, ed è una meta ideale per gli appassionati di bird watching.
Nel punto in cui ci fermiamo per mangiare, ci sono moltissimi pseudocrateri.
Si formano quando la lava incandescente, emergendo in superficie, incontra gli strati di terreno intrisi di acqua fredda. Il calore trasforma quest'acqua in vapore, formando delle gigantesche bolle che sollevano il terreno. Il collasso di queste bolle provoca l'introflessione della superficie superiore con la formazione degli pseudocrateri.

pseudocrateri sul lago Myvatn
pseudocrateri sul lago Myvatn

Ci ritroviamo con Mary e Giorgio.
Ci raccontano, che a causa dei fiumi in piena non sono riusciti a raggiungere le "ice-cave".
Sono rimasti bloccati per molte ore in un guado.
Hanno dovuto lavorare a lungo nell'acqua gelida con l'argano, la binda, e scavando a mani nude.
Si sarebbero trovati in questa situazione nel tentativo di cercare un passaggio abbordabile da un California a 4 ruote motrici.
Poichè si trovavano al di fuori delle piste segnate, sono stati segnalati ai ranger, che li hanno schedati con foto e mille altre informazioni.

Con loro ci dirigiamo verso l'area vulcanica tuttora attiva di Krafla.
Si trova lungo una direttrice che attraversa obliqamente l'Islanda, da sud-ovest, a nord-est. È la prosecuzione della faglia atlantica che separa le placche tettoniche nordamericana ed europea.
Questa faglia in Islanda è molto ben riconoscibile, ed aumenta la distanza tra i 2 estremi (orientale ed occidentale) del paese di circa 2,5 cm/anno.
Negli ultimi 50 anni l'Islanda si è allargata di oltre 1 metro.
Per raggiungere l'apice del vulcano seguiamo il decorso della faglia che in questa zona prende il nome di "Gjastykki".
In alcuni punti sono installati dei dispositivi per la misura dei movimenti tellurici.
In molti punti si possono percepire facilmente le esalazioni di vapori caldi, e talvolta solforosi, che emergono dalle crepe del terreno.
Sembra di sentire l'"alito della terra" emergere in superficie.
In alcune zone della faglia si formano delle caverne che ospitano pozze di acqua calda.

Faglia «Gjastykki»
Faglia «Gjastykki»"

Poco oltre raggiungiamo una zona ricca di sorgenti di acqua bollente.
Il paesaggio è incredibile: getti di vapore sibilanti, pozze d'acqua e fanghi grigi ribollenti, crateri fumanti, ruscelletti di acqua bollente e lattiginosa.
Tutt'intorno il terreno e le montagne hanno colori inverosimili, con terreni he variano dall'ocra all'azzurro, dal giallo all'amaranto, dal rosso acceso al nero.

Poco prima di raggiungere in vulcano la strada percorre una valle attraversata da un gran numero di tubazioni ramificate, che, provenendo da diverse direzioni, convergono verso un grande edificio. È una potente centrale geotermica che utilizza parte dell'energia del vulcano per produrre elettricità.

Il Krafla ci offre un'altro spettacolo entusiamante ed irripetibile.
Camminiamo di nuovo sulla faglia, tra colate laviche scure, di epoche diverse (si riconoscono dal colore). Le rocce sono calde, in alcuni punti sono fumanti.
In corripondenza delle esalazioni di vapore, sulla lava nera si formano muschi grigiastri.
Molte rocce hanno venature contorte, in alcune zone hanno una superficie liscia e convessa (come la superficie di grosse bolle), in altre presentano un colore rossastro.
Tra le colate laviche emergono coni vulcanici, spesso coperti di muschi color verde acceso, e montagne di riolite multicolore.

Krafla riolite
Krafla: montagne di riolite
Krafla fanghi solforosi
Krafla: fanghi solforosi
Krafla colate laviche
Krafla: colate laviche.

Prima di accamparci per la notte, facciamo una puntata ai bagni termali "Myvatn nartur baths".
Dalle 20 alle 22 rimaniamo in ammollo all'aperto in delle ampie pozze di acqua bollente, che fuma al contatto con l'aria fredda serale. Il fondo è di sabia vulcanica nera.
È fantastico rigenerarsi al caldo dapo una giornata intensa.
Giorgio fa divertire Emma e Francesca con esibizioni di nuoto sincronizzato.

Prima di andare a dormire ceniamo tutti insieme in pizzeria.
La pizza non è un gran che, ma la compagnia ottima.
Anche se non è ancora completamente buio, ormai è quasi mezzanotte, ma in un solo giorno siamo passati dalle navi baleniere, ai laghi, alle sorgenti bollenti, ai vulcani, alle piscine termali.
È appena il secondo giorno in Islanda; ma cosa possiamo sperare di incontrare di più stupefacente nel resto del viaggio?

Domenica 09/08/2009
Myvatn - Godafoss - Akureyri

Giorgio e Mary partono da soli per la costa settentrionale, e per le piste sterrate della parte centrale del paese.
Noi ci fermiamo per un passeggiata a Dimmuborgir nella zona meridionale del lago Myvatn, su dei sentieri che si snodano tra insolite ed irregolari formazioni laviche.

Ci spostiamo alle meravigliose cascate di Godafoss.
Si sviluppano per una larghezza di circa 100 metri con un disposizione arcuata.

La giornata limpida e soleggiata esalta i riflessi luminosi dell'acqua.

Godafoss
Godafoss
La cascata di Godafoss

Ci meravigliamo nello scoprire che in prossimità della cascata sono stati realizzati dei bellissimi servizi igenici, puliti, riforniti di sapone, carta igienica, dotati di acqua calda, asciugamani a getto d'aria calda, ecc.
Non sono presidiati.
C'è una cassetta per lasciare il proprio contributo volontario per la manutenzione. È talmente piena che non è nemmeno possibile introdurre un'altra moneta.

Mentre cerchiamo le batterie di ricambio per la macchina fotografica, scopriamo dei meravigliosi maglioni islandesi in lana grezza.
Ne comperiamo per tutta la famiglia.

Maglioni islandesi
Maglioni islandesi

In serata spesa al supermercato e visita ad Akureyri.
Shopping in centro: acquistiamo bellissimi cappellini islandesi in lana per tutta la famiglia.
Telefonate con skype a tutti i familiari.

lane islandesi
Tipici scaffali in un negozio di lane

Ci rimettiamo in viaggio e ci fermiamo per la cena ed il pernottamento in un'area di sosta lungo l'immenso fiume Langidalur ( il suo letto penso che sia largo più di 2 Km).

Lunedi 10/08/2009
Blönduòs - Borganes

Ci svegliamo sotto un acquazzone.
Partiamo senza colazione mentre le bambine dormono (di gusto).
Dopo aver superato Blönduòs ci avventuriamo per una lunga escursione su strade sterrate lungo la penisola che delimita sul lato occidentale l'ampia baia di Hùnafjordur.
Abbiamo saputo che in questa zona è possibile vedere le foche.
Dopo pochi chilometri il California è completamente ricoperto di fango.

Ci fermiamo lungo la strada in posizione panoramica per la colazione. Vediamo in contemoporanea sulla sinistra il lago Vesturhòpvatan, e sulla destra il lago Hop.
Facciamo una scorpacciata di mirtilli che crescono ovunque attorno al furgone.

Mentre ci avviciniamo al mare costeggiando le lagune che si formano alla foce dei fiumi ci sembra di vedere le prime foche.
Usciamo dalla macchina e le sentiamo perfino abbaiare.
Ma una volta scesi sulle spiagge non siamo più in grado di vederne.

Proseguiamo fino a Hivitserkur dove ci fermiamo per ammirare un bel faraglione, e le lingue di sabbia nera che separano i fiumi e le lagune dal mare.
Attraverso un ripido sentiero scendiamo dalla scogliera fin sulla spiaggia, dove il mare ha accumulato molte alghe arancioni che contrastano con il colore nero della sabbia.
Giovanna viene presa di mira dai gabbiani che si lanciano in picchiata contro di lei fino a sfiorarle la testa.

alghe rosse, sabbia nera
alghe rosse, sabbia nera

Mentre camminiamo notiamo distrattamente che tra gli uccelli acquatici nuotano anche alcune foche.
Poco dopo ci accorgiamo che sulla spiaggia dal lato opposto della laguna che stiamo costeggiando, c'è una affollatissima colonia di foche.
Alcune si riposano, altre si stiracchiano, altre ancora sembrano giocare urlando tra loro.
Quelle che ci stupiscono e divertono maggiormente nuotano saltando fuori dall'acqua, sbattendo le pinne posteriori.

foche
foche
Foche

Ci fermeremo a vedere altre foche anche all'estremità della penisola a Hindisvik.
Questa volta però non le vedremo nuotare e rimarremo molto più lontani.

Quando torniamo sulla strada asfaltata, dopo una giornata di pioggia e sterrati, il California è inguardabile ed intoccabile.
Ci fermiamo in una stazione di servizio per il rifornimento di carburante, e scopriamo che in Islanda offrono davvero un servizio...
Oltre a mettere sempre a disposizione il necessario per la pulizia del parabrezza, per il controllo ed il gonfiaggio degli pneumatici, forniscono gratuitamente anche il necessario a lavare l'auto.
Possiamo ripulire il California, gli scarponcini infangati, e rifornire d'acqua il serbatoio.

Sulla strada per Rekiavik, ci fermiamo per una breve escursione a piedi sul cratere Hredavantnsskali.
Raggiungiamo rapidamente Borganes, dove ci fermiamo a mangiare in un economico ma piacevole ristorantino rustico.
Ci fermiamo a dormire in campeggio sull'altro lato del fiordo, con un ottima vista panoramica sul mare, dopo una meravigliosa doccia calda.

Anche oggi è stata una giornata ricca di emozioni.

Martedì 11/08/2009
Borganes - Rekiavik - Hafnarfjördur - Kleifarvatn

Per raggiungere Rekiavik percorriamo un impressionante tunnel innaugurato recentemente.
Attraversa sotto il mare il fiordo HvalfjÖrdur.
È lungo quasi 7 Km e scende in profondità con una pendenza impresionante.
Siamo un po' intimoriti nel pensare che sopra di noi ci sia il mare e che ci passino enormi navi.

Raggiungiamo facilmente Rekiavik, senza fare code e senza nessun problema di parcheggio.
Non esistono divieti di circolazione alle auto, nemmeno nel centro cittadino.

Non ci sono edifici storici né particolarmente interessanti a livello architettonico, ma la città ha un aspetto piacevole, ed appare viva, affollata, con giardini pubblici e piazze piene di gente.
Concerti gratuiti nelle piazze e nelle chiese.

Originali centri a metà tra una libreria, una caffeteria, un internet point.
Si possono acquistare libri. Ci si può sedere ad un tavolo a sfogliarli. Si può portare il proprio PC portatile e collegarsi ad internet usando le reti wireless. Si può fare tutto questo con una tazza di caffè acquistata nello stesso posto.
Alle 17 gli uffici chiudono, e per le 18, l'immenso fiordo che fronteggia il porto è pieno di barche a vela. La giornata rimarrà luminosa ancora per molte ore.

Imbarcazioni a Rekiavik
Imbarcazioni di fronte al porto di Rekiavik

Decidiamo di uscire dalla città per dormire.
Attraversiamo Hafnarfjördur, un sobborgo di pescatori, ormai integrato nella capitale. Secondo alcuni sarebbe una delle zone in cui è più facile incontrare gli elfi.
Quì vediamo anche degli enormi essiccatoi all'aperto.
I pesci vengono appesi all'aperto su una pianura lavica scura e ventilata.
Ci stupiamo che non esista alcuna protezione dalla pioggia, dagli animali, e da possibili furti.

Essiccatoi di pesci

Attraverso una strada sterrata raggiungiamo il lago di Kleifarvatn a sud di Rekiavik.
Il lago non ha immissari né emissari, ed il suo livello corrisponde a quello della falda acquifera.
Il paesaggio circostante è di tipo vulcanico, con colate laviche, rocce dalle venature contorte, ed ampie spiagge di ghiaia e sabbia nera.
Ci meravigliano anche i colori delle erbe che variano dal verde chiarissimo, al rosso-arancione.
Ci fermiamo un una area di sosta per una fantastica cena calda, e per dormire.

Kliefarvatn
Il Lago Kleifarvatn

Mercoledì 12/08/2009
Kleifarvatn - Seltun - Graenvatn - Eyerbakki - Selfoss - Thjorsardalur - Stong

Al risvelio ultime foto del lago dalle colate laviche sulla montagna.
Splendidi colori.

Siamo indecisi se tornare dalla strada che abbiamo fatto il giorno prima e ripassare per Rekiavik, o proseguire sugli sterrati verso la costa meridionale.
Alla fine propendiamo per la seconda scelta, che ci avrebbe enormemente gratificato.
Dopo pochi chilometri incontriamo le sorgenti bollenti vulcaniche di Seltun.
Emma e Francesca sono un po' intimorite per aver letto che l'ultima esplosione vulcanica in questo posto è avvenuta nel vicino 1999.
Ancora una volta rimaniamo stupiti ed increduli nel vedere una tale varietà di colori del terreno, ed un ambiente tanto inconsueto:
Fanghi ribollenti grigi, getti di vapore sibilanti, ruscelli di acqua calda, depositi solforosi giallastri, biancastri ed azzurrognoli, terreni color ocra, rossi e neri, il verde dell'erba e dei muschi.

Area vulcanica di Seltun
Area vulcanica di Seltun
Colori terre vulcaniche
Colori dei terreni vulcanici di Seltun

Ancora poche centinaia di metri ed arriviamo a Graenvatn (il lago verde).
Si è formato all'interno del cratere di un vulcano, e sul suo fondo sgorgano sorgenti calde vulcaniche che, con le loro sostanze conferiscono all'acqua il colore da cui il lago prende il nome.

Il notsro viaggio riprende su un lungo tratto sterrato che percorre una enorme distesa lavica litoranea.

Ci fermiamo per una breve sosta ad Eyerbakki.
Da questo punto, navigando verso sud non si incontrerebbe la terraferma per oltre 15000 Km fino alle coste antartiche.
Secondo alcuni cartelli informativi, questro paese di poche case sarebbe stato uno dei maggiori porti islandesi, e vi sarebbe nato il primo navigatore riuscito a raggiungere le coste dell'America.

Per ora di pranzo siamo a Selfoss.
A dispetto del nome non vediamo nessuna cascata.
Dopo una breve sosta in farmacia mangiamo al fast food.

Ci dirigiamo verso l'ampia valle vulcanica semidesertica di Thjorsardalur.
Abbandoniamo la strada n° 32, per una pista sterrata dissestata che ci porta a Stong dove abbiamo appuntamento con Giorgio per la sera.
Quì si sono svolti i più importanti scavi archeologici islandsi che hanno portato alla luce i resti di una fattoria vichinga probabilmente del 1100. Sarebbe stata distrutta e/o abbandonata in seguito all'eruzione del vulcano Hekla.
In effetti la valle presenta evidenti segni di attività vulcanica. La pianura appare occupata da ghiaie e sabbie nere, con molte collinette laviche. Sono presenti anche zone di ghiaie chiare costituite da pietra pomice.
In prossimità degli scavi seguiamo un sentiero che si snoda lungo il corso di un fiumiciattolo in un ambiente fiabesco con vegetazione rigogliosa, e ci porta a scoprire delle fantastiche cascate.

Thjorsardalur
Paesaggio lunare di Thjorsardalur
cascate Stong
Acqua e vegetazione all'inizio della valle
Sentiero tra le rocce
Sentieri tra le rocce
Acqua limpida
Acque critalline
Laghetto con cascata
Laghetto con cascata
Stong Scavi archeologici
Scavi archeologici di una fattoria
Fattoria
Ricostruzione della fattoria scoperta con gli scavi archeologici

Solo in tarda serata avremo notizie da Giorgio che probabilmente ha avuto dei problemi con la macchina, e non sappiamo quando riuscirà a raggiungerci.

Giovedì 13/08/2009
Stong - Haifoss - Leirubakki

Dopo un'ottima colazione ci riportiamo sulla strada asfaltata.
Visitiamo la ricostruzione della fattoria vichinga di cui avevamo visto le rovine a Stong.

Ci rincontriamo con Giorgio e Mary a mezzogiorno.
Arrivano con la macchina cigolante.
Ci raccontano le loro avventure-disavventure.
Dopo essersi avventurati fuori pista, la macchina è rimasta bloccata in mezzo ad un fiume.
Nel tentativo di liberarsi hanno rotto un semiasse anteriore e possono utilizzare solo le ruote motrici posteriori.
Dopo aver lavorato per ore nell'acqua gelida, e dormito in mezzo al fiume con il terrore di essere trascinati via dall'acqua, sono stati salvati durante la notte da una squadra di soccorso con mezzi fuoristrada super-attrezzati a ruote giganti.

Andiamo a visitare le vicine cascate di Haifoss e mangiamo insieme all'aperto.

Haifoss
Cascate di Haifoss

Rimandiamo al giorno successivo la gita a Landmannarlaugar, ma cerchiamo un campeggio vicino alla strada che faremo.
Ci fermiamo in campeggio con bei prati a Leirubakki.
Giorgio smonta le ruote ed i freni anteriori che si sono riempiti di sabbia e sassi.
Non riesce invece a riparare il Webasto, che produce un denso fumo bianco.
Noi ci godiamo i bagni termali in una piscina di pietre laviche nere.

Piscina termale
Bagni termali
Pozze termali

A sera festeggiamo il compleanno di Giorgio con torta candeline, e... un set di palette giocattolo per disimpegnarsi dai guadi.

Venerdì 14/08/2009
Leirubakki - Landmannarlaugar - Tangafoss - Leirubakki

Saliamo in 6 sulla Toyota dopo aver trasferito parte delle attrezzature sul nostro furgoncino.
Sul bordo anteriore del portapacchi della Toyota fa bella mostra di se la nuova paletta.
Partiamo per una pista sterrata di circa 60 Km che ci porterà in uno dei posti più interesanti dell'Islanda.
Fino a pochi anni fa questa era una meta difficile da raggiungere, ed accessibile solo ai mezzi per fuoristrada.
Ora viene raggiunta da autobus da 50 posti, e numerose agenzie turistiche vi trasportano anche clienti attempati.

La nostra destinaione è un campeggio piuttosto frequentato, posizionato in un'ampia valle pianeggiante, in parte occupata da verdi prati, e fiori di cotone.
Un lato della valle, è occupato da un'ampia colata lavica da cui sgorgano sorgenti calde, che formano ruscelli e laghetti.
Ci immergiamo immediatamente in una di queste pozze termali circondati da uno scenario incredibile: prati, fiori, colate laviche nere, ruscelli, montagne rosse, beige, rocce, sabbie, ghiaccio.
Apprezzeremo meglio tutto questo durante un'ecursione a piedi nel pomeriggio.

Fiori di cotone selvatico
Fiori di cotone selvatico
bagni nelle sorgenti termali
bagni nelle sorgenti termali
Montagne di riolite
Montagne di riolite
Rocce vulcaniche
Rocce vulcaniche
Campeggio a Landmannalaugar
Campeggio a Landmannalaugar

Sulla strada del ritorno, una piccola deviazione ci porta a scoprire la cascata di Tangafoss prima del ritorno al campeggio.
Cena all'aperto tutti insieme prima di tornare in furgone a progettare le prossime tappe.

Sabato 15/08/2009
Leirubakki - Geysir - Gullfoss - Thingvellir

Giorgio e Mary partono per Rekiavik, in cerca di un'officina per la Toyota.
Noi ci dirigiamo sotto una pioggia insistente verso Geysir.

La zona geotermica di Geysir è un po' affollata, ma molto spettacolare.
In una zona piuttosto ristretta sono riunite sorgenti di acqua calda fumante, crateri, collinette di terra rossa, ed il famosissimo gayser.
Quando ci avviciniamo per vederlo, esplode improvvisamente con uno spruzzo di acqua e vapore altissimo, e scappiamo spaventati.

Geyser
Il geyser

In pochi chilometri raggiungiamo Gulfoss. Una enorme cascata in 2 salti (di 11, e 22 metri di altezza, che fa scomparire di colpo il fiume in un profondo canyon.

Gullfoss
Gullfoss

Ci dirigiamo a Sellfoss per la spesa ed un prelievo al Bancomat, percorrendo una strada che costeggia i laghi Laugarvatn ed Apavatn.
Lungo la strada ci fermiamo a vedere il profondo cratere di Kerid, sul cui fondo si è formato un lago con acque verdissime.

Ci ritroviamo con Giorgio e Mary per la cena in campeggio a Thingvellir.
Hanno scoperto che la pinza del freno della ruota anteriore sinistra è rotta.
La loro auto ora ha 2 sole ruote motrici, e i freni su solo 3 route.

Preparano per cena della carne alla griglia di colore piuttosto scuro, ma morbida e dal sapore molto particolare, a metà tra la carne di tonno, ed il fegato.
Chiediamo ad una campeggiatrice islandese di tradurre quanto scritto sulla confezione, e scopriamo che si tratta di carne di balena.
Noi invece prepariamo il caffè, e scopriamo che i 3 cartoni di latte comprati poco prima, non contengono latte, ma yogurt.

Domenica 16/08/2009
Thingvellir - Rekiavik - Seljalandsfoss - Skogafoss -Dyroòlaey - Vik

Giornata piovosa, ma ricchissima di fantastici arcobaleni.

Al mattino lunga passeggiata per Thingvellir.
Qui pare si riunisse il primo parlamento europeo dal 930 dopo cristo.
Era stato scelto questo luogo perché raggiungibile facilente dalle varie zone dell'Islanda.
Era un posto in grado di fornire acqua potabile, legname ed in necessario per vivere ai numerosi partecipanti.
In realtà l'amministrazione politica era molto diversa dall'attuale.
Alle riunioni partecipavano i chieftains, delle figure un po' militari, un po' religiose, un po' legislatori e giudici.
Cercavano di rappresentare una serie di fattori nel loro territorio, e considerati loro seguaci.
Le leggi definivano principalmente interessi commerciali.

Le riunioni a Thingvellir erano molto frequentate, erano l'occasione di incontrare persone che altrimenti rimanevano isolate per il resto dell'anno, e per sapere cosa succedeva nel resto del paese.
C'era chi cercava e chi offriva lavoro, si comprava e si vendeva, si svolgevano giochi, gare, spettacoli di giocoleria, scommesse.
Era anche il luogo in cui si sono sviluppate le basi di una lingua e di una letteratura comune.

Thingvellir
Il lago di Thingvellir

L'allargamento della faglia vulcanica che attraversa il luogo, ed un violento terremoto nel 1686 hanno deviato il corso del fiume, ed allagato la strada e molti dei prati in cui si svolgevano questi incontri.
Il luogo ha progressivamente perso importanza, e si è trasformato da sede del parlamento, in tribunale, fino ad essere quasi abbandonato.

Faglia a Thingvellir
Faglia a Thingvellir
Il fiume precipita all'interno della faglia a Thingvellir
Il fiume precipita all'interno della faglia a Thingvellir

In tempi più recenti è stato valorizzato, e scelto come luogo di svolgimento di importanti cerimonie nazionali.

Nel viaggio verso la costa meridionale ripassiamo per Rekiavik alla ricerca dell'ufficio per il rimborso delle tasse sugli acquisti, ma lo troviamo ancora una volta chiuso.

Visita alle cascate di Seljalandsfoss e Skogafoss.
La prima è molto spettacolare con un alto salto arcuato, ed un sentiero che passa dietro alla cascata.
Skogafoss è impressionante per altezza e portata.
Secondo una leggenda ci sarebbe nascosta una cesta d'oro.
Da quì partono alcuni trecking che risalgono il corso del fiume.

Seljandsfoss
Seljandsfoss

Appena prima di Vik attraverso una pista sterrata raggiungiamo Dyrhòlaey, una penisola con dei bei faraglioni, e delle splendide spiagge di sabbia nera.
Possiamo fotografare i nidi delle pulcinella di mare.

Festival di arcobaleni.

Arcobaleni
Uno dei numerosissimi arcobaleni

Si vedono chiaramente le lingue dei ghiacciai Myrdalsjökul, e Vatnajökul

Vik è un paese privo di attrattive.
Al campeggio ci informano che probbilmente non è possibile avere l'acqua calda per la doccia.
Decidiamo pertanto di proseguire e dormiamo fuori campeggio su di una bellissima spiaggia di sabbia nera a Hjörleifshöoi, sotto una pioggia torrenziale.

Sistemati per la notte
Sistemati per la notte sulla spiaggia di Hjörleifshöoi

Lunedì 17/08/2009
Hjörleifshöoi - MyrdalsJökull - Svartifoss - Skaftafell

Poco dopo la partenza abbandoniamo la ring road, per avventurarci su un lungo percorso sterrato verso nord, alla ricerca del dead-ice sul margine orientale del MyrdalsJökull.
Le condizioni del fondo stradale e le forti pendenze ci costringono a parcheggiare il furgone e proseguire per una lunga passeggiata a piedi.
Non siamo riusciti a vedere il dead-ice, né a raggiungere il ghiacciaio, ma abbiamo fatto una splendida passeggiata, tra le pecore, e con splendide panoramiche dall'alto.

Attraversiamo delle sterminate pianure sabbiose nere, quasi disabitate, su cui scorrono numerose ramificazioni di impetuosi fiumi di fusione glaciale.
Queste zone, fino al 1975 non erano nemmeno attraversate dalla ring road, per i rischi legati alle improvvse piene dei fiumi, che distruggevano qualunque cosa si trovasse sul loro percorso.
Nel non lontano 1996, in seguito alla riattivazione di un vulcano al di sotto del Vatnajökull, si sono sciolte grendi masse d'acqua, che hanno alimentato una delle peggiori inondazioni nella regione.
È impressionante vedere come sono stati piegati i piloni metallici di sostegno del maggiore ponte islandese spazzato via in quell'occasione.
Al centro multimediale di Skaftafell si possono vedere documentari e cartelloni che spiegano con precisione questi fenomeni. Ci sono anche molte informazioni sulle spedizioni eseguite in queste regioni, e sui possibili trecking che si possono effettuare attualmente.

Una breve tregua tra un acquazzone e l'altro ci consente appena di fare una paseggiata alla scoperta della cascata di Svartifoss, circondata da colonne basaltiche.

Il campeggio a Skaftafell è molto frequentato, è la sede di alcune associazioni alpinistiche, e vi operano diverse agenzie turistiche.
È la base di partenza di molte escursioni a piedi sui ghiacciai, ed anche con soste nei rifugi per i percorsi più lunghi.
I bagni sono insufficienti per tutti i campeggiatori, e siamo costretti a fare le code per la doccia e per lavare le stoviglie. C'è anche l'imprevista scomodità (unico caso nella nostra esperienza islandese) di dover disporre di numerose monetine per attivare le docce.

La notte sarà tra le più fredde trascorse in Islanda.

Martedì 18/08/2009
Skaftafell - Jökullsárlòn - Höfn - Djùpivogur

Prima di metterci in viaggio andiamo a camminare su un sentiero che ci porta su una delle propaggini meridionali del VatnaJökull.
L'aspetto è un po' inquietante.
Il ghiaccio è ricoperto di ceneri e detriti sabbiosi, ed è frammentato da numerosissimi crepacci.
È difficile capire dove finisce il ghiaccio, e dove cominciano le sabbie e le ghiaie del letto del fiume.
Il fiume emerge impetuoso da sotto il ghiaccio, formando funghi e vortici d'acqua.
C'è il timore che la superficie su cui si poggiano i piedi si possa rompere, col rischio di essere trascinati sotto il ghiaccio dal fiume di fusione glaciale sottostante.

Una delle propaggini meridionali del VatnaJökull
Una delle propaggini meridionali del VatnaJökull

Riprendiamo il viaggio sotto una pioggia torrenziale per arrivare all'ora di pranzo a Jökullsárlòn, la famosa laguna in cui si accumulano gli iceberg che si staccano dal VatnaJökull.
Purtroppo la visibilità è compromessa dal cattivo tempo, ma pranziamo in furgone godendoci lo spettacolo delle foche che nuotano tra gli iceberg azzurri a pochi metri da noi.

Jökullsárlòn
Jökullsárlòn
Jökullsárlòn

Nei nostri programmi avremmo dovuto fermarci per la cena ed il pernottamento ad Höfn, che pare sia famosa per le sue aragoste. Quando arriviamo, però è molto presto, e sotto la pioggia torrenziale che non da tregua, non sappiamo come impegnare il tempo. Dopo una breve spesa, decidiamo di proseguire il nostro viaggio.
Ceniamo in in piacevolissimo ristorante sul porto di Djùpivogur.
L'interno è molto accogliente, con rivestimenti in legno, tovaglie e tende ricamate, soprammobili marinareschi, e lumini in vari angoli.
Finalmente, con grande felicità di Francesca, assaggiamo le famose aragostelle islandesi, ma anche l'agnello, le zuppette ai funghi, ed un piatto di pesce locale.
Anche il dessert non ci delude: tortino caldo al cioccolato cremoso al centro, con gelato, panna, e bacche sconosciute, oppure torta di pastafrolla e mele calda, con gelato.

Ci fermiamo a dormire soddisfatti lungo la strada, sotto uno dei peggiori acquazzoni, e sotto un vento sferzante.

Mercoledì 19/08/2009
Djùpivogur - Seydisfjördur

Gli ultimi chilometri scorrono veloci ed arriviamo sempre sotto la pioggia per ora di pranzo.

Spendiamo il pomeriggio in piscina, tra nuoto, giochi, sauna, e vasca idromassaggio con acqua bollente.

Telefonate con skype.

Ceniamo in un bistrot con pizza islandese.

Giovedì 20/08/2009
Traghetto

Finalmente torna il sole e possiamo asciugare un sacco di materiale umido.
L'attesa per l'imbarco è molto lunga, ed alcuni guidatori di camper giganti perdono la pazienza.
Diamo l'ultimo saluto all'Islanda dal traghetto sotto una luce meravigliosa.

Venerdì 21/08/2009
Traghetto

Passiamo la giornata guardando le foro sul PC, scrivendo il diario di viaggio, leggendo, guardando documentari in TV.

Emma e Francesca fanno amicizia con altri bambini italiani, e si svagano giocando con loro.

Vediamo da vicino le isole Shetland, mentre ci godiamo il sole sulle sedie sdraio in legno sui ponti all'aperto.

Sabato 22/08/2009
Traghetto - Hanstholm

Ci svegliamo tardi, verso le 10 del mattino. Essere ben riposati sarà utile oggi e domani che dovremo percorrere circa 2000 Km per essere al lavoro lunedì mattina.

Prepariamo i bagagli, poichè tra poche ore sbarcheremo in Danimarca.

Considerazioni finali

Cielo ed aria

Il cielo è più vicino alla terra.
Le nuvole sono basse.

L'aria è pulita e limpidissima.
Si vede lontanissimo, e quel che si vede sembra più vicino.
Si sentono gli odori a distanze impensabili.

Il tempo cambia in fretta.
In pochi minuti si può passare da una splendida giornata di sole, ad una pioggia torrenziale.
In pochi minuti può comparire un vento fortissimo.

La luce è meno forte, ma i colori ed i contrasti appaiono accentuati.

Nuvole
Cirri al tramonto
Tramonto
Alcuni cieli islandesi

Libertà ed obblighi

Barriere, recinzioni, divieti.
Tra le prime cose che si notano, c'è l'asenza di recinzioni e barriere.
Non si apprezzano i confini tra le proprietà dei terreni.
I giardini delle case, spesso non hanno alcuna recinzione, e quando c'è, di solito è costituita da vegetazione, cespugli, arbusti, o è molto bassa (meno di 1 metro).
Questo comunica una propensione all'apertura verso l'ambiente e verso gli altri, ed un senso di continuità tra gli spazi personali e quelli comuni.
In effetti la maggior parte degli islandesi si è dimostrata disponibile, cordiale e propensa al dialogo.

Circolazione, strade, parcheggi, aree di servizio.
Anche considerando la scarsa densità di popolazione dell'Islanda, non si può non notare la fluidità del traffico.
Nonostante non vi siano autostrade, nonostante le strade siano piuttosto strette ed in alcuni punti ad una sola corsia per entrambi i sensi di marcia, nonostante presentino curve, saliscendi ed avvallamenti, nonostante la pavimentazione sia spesso scadente, ed in alcuni tratti del tutto assente, i chilometri scorrono via veloci, e la guida risulta piacevole.
Il limite di velocità è di 90 Km/h, ma difficilmente si andrebbe più veloci anche in assenza, per le condizioni stradali.
Quando ci sono limiti di velocità più bassi, è opportuno rispettarli, non per paura di una multa, ma poichè si trovano in corrispondenza di curve, od in punti pericolosi. Non rispettare i limiti è rischioso per se e per gli altri.
Non abbiamo mai notato un autovelox.
Non esistono restrizioni alla circolazione nemmeno nei centri storici.
Non esistono restrizioni di circolazione per le auto meno recenti.
Perfino nella capitale non ci sono code, né problemi di parcheggio.

Accesso ai beni culturali ed alle risorse naturali.
Non ci è mai capitato di dover pagare un biglietto di ingresso, o per il parcheggio, nemmeno nei posti più famosi e nei parchi più frequentati.
In ognuno di questi posti abbiamo trovato cartelloni informativi, servizi igenici (puliti, funzionanti, e riforniti di tutto il necessario), parcheggi, sentieri marcati, passerelle, ecc.
In nessuno di questi posti ci è mai stato richiesto il pagamento di un biglietto di accesso, magari ad una società privata.
Probabilmente perché questi punti di interesse sono considerati un bene collettivo, e perciò a disposizione di tutti e non utilizzabile a scopo di profitto, come probabilmente avverrebbe in Italia.

Campeggi
Non ci sono divieti di campeggio libero (è richiesto il massimo rispetto per l'ambiente e la natura).
I campeggi non sono presidiati.
Per entrare non bisogna attraversare sbarre, concelli, né vengono richiesti documenti.
Spesso non c'è nemmeno un ufficio accettazione. Si può scegliere liberamente dove parcheggiare e non ci sono piazzole segnate.
Quasi tutti offrono acqua e docce calde senza restrizioni, spesso anche una zona cucina, tavoli coperti, e la lavatrice.
Il rifornimento d'acqua per i serbatoi di camper e roulottes e libero e gratuito ovunque.
Il costo dei campeggi e sempre molto contenuto, di solito a meno di 10 € a notte per una famiglia di 4 persone.
La quota viene versata liberamente in cassette simili a quelle per le offerte in chiesa, ritirata da un addetto del campeggio che fa una passeggiata nell'accampamento nelle ore serali, oppure i campeggi sono invitati ad acquistare il permesso di sosta recandosi presso un'abitazione o un ufficio nelle vicinanze.

Credo che quasi tutti preferiscano fermarsi nei campeggi, e che tutti paghino la quota richiesta, perché i campeggi offrono effettivamente un servizio utile ed adeguato al prezzo richiesto.

Vivere in Islanda

L'Islanda è una delle regioni più belle ed emozionanti che ci sia mai capitato di visitare.
Le giornate lunghissime, la purezza dell'aria, l'impressione di avere il cielo vicinissimo, la particolarità dei toni cromatici, l'assenza di affollamento, la scarsissima antropizzazione del territorio, la variabilità del paesaggio con presenza di ghiacciai, prati fioriti, deserti, cascate, spiagge, fiordi, vulcani attivi, sorgenti termali, la disponibilità degli islandesi, l'impressione che la vita scorra secondo ritmi più naturali, e meno frenetici...
...ci hanno fatto apparire la vita in questo paese attraente.

Poi ci siamo chiesti come possa essere durante la stagione invernale, quando è buio per quasi tutto il giorno, quando le poche strade sono bloccate dalla neve, come sia per chi vive lontano dai pochi centri abitati, dove è difficile poter incontrare altre persone, accedere ad una biblioteca, assistere ad uno spettacolo di teatro, ad un concerto, o semplicemente andare al cinema a vedere un film.
Penso che perfino le occasioni di aggiornamento per chi svolge una professione come la mia (sono un medico), cioè la possibilità di partecipare a corsi, congressi, o di incontrare altri colleghi, in Islanda siano inferiori, o comunque implichino costosi viaggi all'estero.

Come vestirsi

Abbigliamento comodo ed informale.
Nei paesi del nord, anche nelle città, c'è poca attenziona alla moda, e molta alla funzinalità.

È opportuno vestirsi a strati.
Il clima può cambiare rapidamente, e si può passare da una gradevole giornata soleggiata, ad una bufera di vento e pioggia.
Durante le belle giornate, spesso si sta bene all'aperto solo con una maglietta, ma alla sera, di solito sono necessari, giacca a vento, cappello e guanti.
L'abbigliamento da trecking è particolarmente adatto: maglietta, felpa, leggera, pile pesante, giacca antivento e giacca a vento pesante, pantaloni sportivi (possibilmente antivento), ed eventuale calzamaglia.
È opportuno non dimenticare costume e ciabatte da bagno, per le numerose piscine termali, e per i bagni.
Raccomandabili scarponcini da montagna, possibilmente impermeabili e traspiranti.

Alcuni dati

Durata viaggio:
24 giorni complessivi, di cui
15 giorni in Islanda

Distanze

Percorso Km
Vigevano-Trento-Copenaghen-Hanstolm 2374
Viaggio in Islanda 2200
Hanstolm-Vigevano (via Svizzera) 1667
totale 6243

Geografia

Islanda Italia
Superficie 103.125 km² 301.338 km²
Popolazione 319.756 ab. 60.231.214 ab.
Densità di popolazione 3,1 ab./km² 199,9 ab./km²
Capitale Reykjavík
119.900 ab.
Roma
2.731.443 ab.
Temperatura media estate 11°
inverno -1°
estate 25°
inverno 4°
Precipitazioni 500-1600 mm/anno 700 mm/anno
Fuso orario UTC 0 UTC+1 (CET)
UTC+2 (CEST) in estate
Valuta Corona islandese
1 ISK = 0,0055 €
Euro
1 € = 181,8064 ISK
Reddito medio procapite 40.471 $ 30.581 $
Politica Repubblica parlamentare Repubblica parlamentare


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