Topografia corneale computerizzata
Cos'é e a cosa serve
É una metodica per la valutazione precisa della curvatura corneale, e della sua capacità di modificare la focalizzazione delle immagini, che sfrutta le capacità di calcolo del computer.
L'apparecchio è in grado di esaminare con grandissima precisione, ed in modo istantaneo l'intera curvatura della superficie anteriore trasparente dell'occhio.
Alcuni dispositivi sono in grado di valutare anche lo spessore della cornea, e la curvatura della superficie interna.
Il topografo corneale è uno strumento importantissimo per seguire l'evoluzione di malattie che alterano la curvatura della cornea (come il cheratocono), per la diagnosi differenziale di alcune malattie, per la valutazione pre-operatoria e post-operatoria in chirurgia refrattiva, per la scelta accurata del cristallino da utilizzare durante gli interventi per cataratta.
É molto utile per simulare l'applicazione sull'occhio di lenti a contatto.
Come viene eseguita
Per eseguire le misure vengono utilizzate le proprietà degli specchi convessi.
La cornea ha una superficie speculare.
Una parte della luce che la raggiunge, viene focalizzata all'interno dell'occhio, ma un'altra viene riflessa in modo simile a quel che si può vedere negli specchi che vengono montati in alcuni incroci per consentire una visione panoramica.
Se si guarda da vicino negli occhi una persona che ci sta vicino, è possibile vederci riflessa la propria immagine molto rimpicciolita.
Gli specchi convessi rimpiccioliscono le dimensioni delle immagini riflesse, in misura tanto più accentuata, quanto maggiore è la curvatura della superficie specchiante (per questa ragione gli specchi degli incroci stradali danno una visione panoramica).
La maggior parte dei topografi (CSO, Optikon, Tomey) utilizzano la riflessione corneale di una particolare immagine, costituita da una serie di anelli luminosi concentrici proiettati da una piccola cupola (inizialmente gli anelli venivano disegnati su un disco piano con un foro di osservazione denominato "disco di Placido" dal nome del suo inventore), posizionata con grande precisione ad una distanza pre-stabilita.
Il computer del topografo corneale è in grado di utilizzare una serie formule, e di eseguire numerosissimi calcoli matematici, per
misurare il rimpicciolimento dell'immagine dei cerchi luminosi riflessi, e valutare la curvatura o l'elevazione di ogni punto della cornea.
Con ulteriori calcoli permette di prevedere come queste curvature influenzano la focalizzazione dei raggi luminosi nell'occhio, considerando anche le dimensioni, e la posizione della pupilla, dell'asse visivo.
Esistono anche dei topografi a fessura di luce (Orbscan, Pentacam, CSO, Galilei), che permettono la valutazione degli spessori corneali, e di valutare anche la curvatura della superficie interna della cornea.
Siccome generalmente hanno una risoluzione ed una velocità di acquisizione ridotte, vengono integrati dalla topografia a riflessione con disco di Placido.
Topografo corneale.
Disco di Placido.
Cheratoscopia: osservazione delle immagini del disco di Placido riflesse sulla cornea.
L'esame cheratoscopico consente di valutare:
Regolarità e continuità degli anelli
Contrasto e qualità dell'immagine acquisita
Circolarità e simmetria degli anelli
Assenza di anelli
Focalizzazione
Centratura
Misurare diametro corneale (da "bianco a bianco")
Maggiore è la distanza fra gli anelli minore è il potere diottrico corneale.
(anelli più ravvicinati indicano zone a maggior curvatura,
anelli più distanziati zone a maggior appiattimento).
Nella cornea prolata la distanza tra gli anelli aumenta dal centro alla periferia.
La cheratoscopia consente di valutare anche l’eccentricità corneale, che si accentua nel cheratocono.
Rappresentazione ed interpretazione dei risultati
La cornea normale ha una forma particolare detta "Ellisse PROLATA" (forma asferica, diversa da quella delle comuni lenti che hanno superfici d calotte di sfera), con una curvatura più accentuata nella parte centrale, e più pianeggiante in periferia (indice di asfericità Q= -0,26).
La curvatura al centro ed in periferia varia da persona a persona.
In presenza di astigmatismi, la curvatura è più accentuata su alcuni assi rispetto ad altri.
Gli interventi chirurgici oculistici, i traumi, le cheratiti, ed alcune malattie degenerative possono produrre alterazioni di curvatura ancora più complesse e variabili per entità e localizzazione.
Per rappresentare con precisione queste situazioni diversificate e spesso complesse, sono stati progressivamente messi a punto diversi sistemi.
Generalmente la curvatura viene rappresentata in base alle caratteristiche di una sfera con una curvatura quanto più possibile simile a quella di una sfera tangente alla cornea nel punto esaminato
Indicando la posizione (coordinate) rispetto all'asse visivo, ed il raggio di tale sfera in millimetri (tanto più curva è la cornea, tanto più è il suo raggio di curvatura), è possibile descrivere la curvatura di ogni punto della cornea.
Conoscendo l'indice di refrazione (capacità della cornea di deviare i raggi luminosi), ed utilizzando una semplice formula matematica, si può convertire la curvatura della cornea, in capacità di deviare i raggi luminosi in diottrie.
Utilizzare le curvature in diottrie consente di utilizzare più facilmente le informazioni della topografia corneale, per scegliere le lenti o gli interventi per correggere un determinato difetto di focalizzazione.
I topografi possono infine rappresentare i risultati per descrivere la forma della cornea, confrontandola con quella di una sfera di riferimento (Best Fit Sphere) di raggio variabile per singolo occhio esaminato (RBF =Radius Best Fit), indicando per ogni punto esaminato le coordinate, e la differenza di altezza in Δz in µ (micron).
Mappe corneali
Per rappresentare visivamente e contemporaneamente i risultati dell'esame in ogni punto, vengono utilizzate le "mappe topografiche"
Utilizzano delle scale cromatiche simili a quelle utilizzate nelle cartine geografiche fisiche, dove i colori freddi dall'azzurro al nero rappresentano le profondità marine, il verde rappresenta le pianure, ed i colori caldi (giallo, rosso, fino al bianco) i rilievi montagnosi.
Similmente nelle mappe corneali:
il verde rappresenta la curvatura corrispondente alla sfera di riferimento,
i valori dall'azzurro al nero sono associati a superfici con una curvatura ridotta, più piatte, meno potenti, o a al di sotto della sfera di riferimento,
I colori gialli rossi e bianco sono associati a superfici con curvatura accentuata, più curve, più potenti, o più elevati rispetto alla sfera di riferimento.
Mappe di curvatura
Descrivono la curvatura della cornea.
Possono utilizzare diversi sistemi di calcolo (definiti algoritmi) e per determinare la curvatura corneale.
Algoritmo assiale / sagittale
Descrive la curvatura di ogni punto della cornea, assimilandola a quella di una sfera di raggio variabile e centro posizionato lungo l'asse di osservazione (asse cheratoscopico, o asse geometrico), e tangente alla cornea nel punto considerato.
Comporta una serie di approssimazioni:
* La circonferenza dovrebbe avere il centro sull'asse ottico, ma la sfera con la superficie che descrive meglio la curvatura nel punto considerato potrebbe avere il centro più in superficie o più in profondità rispetto all'asse;
* Il piano tangente alla superficie corneale dovrebbe essere perpendicolare all'asse;
* L'asse visivo dovrebbe corrispondere all'asse geometrico.
Questi presupposti non sono soddisfatti dalle cornee reali, ma sono abbastanza approssimati nella regione corneale centrale
Algoritmo tangenziale / istantaneo / di curvatura
Descrive la curvatura di ogni punto della cornea, assimilandola a quella di una sfera di raggio variabile e centro svincolato rispetto all'asse di osservazione (asse cheratoscopico, o asse geometrico), e tangente alla cornea nel punto considerato.
Il centro di curvatura si trova sull'asse di osservazione solo per cornee sferiche.
Nelle cornee con curvatura diversa sui meridiani e sui paralleli, il centro di curvatura si trova fuori dall'asse ottico.
La mappa con algoritmo tangenziale localizza meglio l'apice corneale.
In alcuni casi evidenzia aspetti simili a quelli delle mappe altimetriche.
Algoritmo refrattivo
I poteri sono espressi in diottrie e sono calcolati usando l’indice di rifrazione 1.3375 e applicando la legge di Snell punto per punto.
Confronto tra 2 mappe refrattive calcolate con algoritmi assiale e tangenziale
in un caso di cheratocono
Mappe di elevazione
Rappresenta la forma indicando la differenza di elevazione rispetto alla superficie di una sfera di riferimento (Best Fit Sphere).
Il raggio della sfera di riferimento è scelto in modo da minimizzare lo scarto quadratico medio delle altimetrie della cornea rispetto alla superficie di riferimento.
La scala è in micron (µm), colori caldi sono associati alle aree che si trovano al di sopra della superficie di riferimento, mentre i colori più freddi sono associati a quelle al di sotto della superficie di riferimento.
Le zone della cornea più curve stanno al di sotto della superficie di riferimento e vengono rappresentate in blu nelle mappe di elevazione;
sono quelle più refrattive, e sono rappresentate con i colori caldi nelle mappe refrattive.
Differenza tra mappa altimetrica e mappa refrattiva
in una cornea con astigmatismo secondo regola regolare.
Caratteristiche degli ALGORITMI |
Algoritmo |
T. a riflessione |
T. a scansione |
Dati morfologici |
Dati funzionali |
ASSIALE / SAGITTALE |
+++ |
+++ |
+ |
++ |
TANGENZIALE / ISTANTANEO / DI CURVATURA |
+++ |
+++ |
+++ |
++ |
ALTIMETRICO / DI FORMA |
++ |
+++ |
++++ |
++ |
Mappe differenziali
Molti topografi corneali sono in grado di evidenziare con grande precisione le variazioni di curvatura della cornea, nel tempo, tra i 2 occhi, e perfino tra pazienti diversi.
In confronto viene eseguito sottraendo i valori di curvatura tra gli esami.
Le riduzioni di curvatura vengono rappresentate con colori freddi;
gli aumenti di curvatura con i colori caldi.
Mappa differenziale refrattiva tangenziale
in una cornea sottoposta a correzione di miopia mediante laser ad eccimeri:
In alto a sinistra: mappa di curvatura post-operatoria
In alto a destra: mappa di curvatura pre-operatoria
In basso: mappa delle variazioni provocate dall'intervento (riduzione di curvatura centrale, ed aumento in periferia).
Scale cromatiche
Scala assoluta
Utilizza sempre la stessa corrispondenza tra colori e valori di curvatura in modo da consentire confronti omogenei tra le mappe su dati acquisiti in momenti diversi, e perfino con topografi diversi.
Scala normalizzata
Viene calcolata automaticamente in base ai valori minimi e massimi della cornea in esame, per utilizzare tutta la gamma di colori disponibili, per evidenziare al massimo le differenze di curvatura presenti nella cornea esaminata.
É utile per valutare con precisione alterazioni piccole che altrimenti possono presentare colori molto simili nella mappa assoluta.
Non è costante e non permette confronti diretti fra due mappe diverse.
Scala personalizzata
L'operatore può scegliere arbitrariamente i valori minimi e massimi di curvatura, da assegnale all'inizio ed alla fine della scala cromatica utilizzata per disegnare la mappa.
Può essere utile per evidenziale meglio certe gamme di curvature concentrate in zone particolari della cornea.
Confronto tra 2 mappe con scala assoluta e scala normalizzata della stessa mappa assiale
in un astigmatismo regolare secondo regola.
Nella scala assoluta sulla sinistra, i colori rappresentano curvature da 28,00 a 66,50 diottrie
Nella scala normalizzata sulla destra, la stessa gamma di colori rappresenta curvature da 40,00 a 46,25 diottrie ed evidenzia molto maggiormente le variazioni di curvatura.
Ricostruzione 3D
Alcuni topografi corneali sono in grado di ricostruire l'aspetto tridimensionale della forma, o della curvatura corneale
Tali rappresentazioni tridimensionali possono essere ruotate,ed inclinate sul sullo schermo per evidenziare a piacimento i dettagli preferiti.
Mappa 3D refrattiva sagittale
in un caso di cheratocono.
Indici cheratorefrattivi
Sono dei parametri che riassumono con pochi valori numeriche le caratteristiche complessive dell'esame topografico.
Consentono di indicare il potere corneale medio, gli astigmatismi in aree di diverse dimensioni.
Permettono di evidenziare e quantificare irregolarità di forma corneale.
- SAI: (Surface Asimmetry Index)
- è l' indice di asimmetria della superficie corneale e si basa sulla corrispondenza speculare fra le due emicornee, che normalmente non supera piccole differenze fisiologiche.
Il topografo confronta numerosi punti adiacenti di una emicornea con quelli corrispondenti di quella speculare.
La superficie sferocilindrica ideale ha indice 0.
Valori superiori ad 1 comportano una notevole riduzione della qualità del visus (cheratocono, chirurgia refrattiva decentrata, trapianto, warpage).
- SRI:
- è l' indice di regolarità della superficie corneale ed è il risultato del confronto delle variazioni tra numerosi punti adiacenti dei 10 anelli centrali. Questa area equivale ad una pupilla di circa 4,5 cm di diametro. Valori superiori a 1,5 D esprimono irregolarità in zona ottica.
- CEI:
- indice di eccentricità della forma corneale globale, come differenza rispetto alla sfera di riferimento che ha valore 0. Viene ottenuto misurando la differenza di potere fra ogni anello su tutta la superficie corneale. Un valore positivo è indice di cornea prolata, uno negativo di cornea oblata.
- SI: (Simmetry Index)
- indice di simmetria verticale, si riferisce al potere medio di due zone circolari di 3 mm. di diametro, centrate nell' emisfero corneale inferiore ed in quello superiore dove statisticamente è più frequente l' esordio del cheratocono.
Rappresenta dunque un indice fondamentale nello screening del cheratocono e misura quale dei due emisferi è quello più curvo; solitamente il cheratocono inizia nell' emisfero inferiore.
- AK:
- cheratometria apicale, evidenzia il punto di massima curvatura istantanea della cornea; la misura dell' apice viene espressa in diottrie
Glossario
- @ asse
indica l'orientamento di un determinato meridiano.
Viene utilizzato invariabilmente il sistema TABO, in cui gli assi vengono misurati in gradi, sempre partendo dal meridiano orizzontale, dal lato sinistro (rispetto al paziente) e progredendo in senso orario rispetto al paziente, ed antiorario rispetto all'esaminatore.
- Δ Gradiente
Il gradiente di curvatura rappresenta di quanto aumenta o diminuisce la curvatura della cornea per ogni millimetro di
spostamento lungo un determinato segmento, scelto arbitrariamente dall’operatore.
- Δz in µ
differenza in μm lungo l’asse z, rispetto ai valori dati dalla sfera con raggio di curvatura uguale a RBF.
- Aberrazione sferica Longitudinale (LSA: Longitudinal Spherical Aberration):
Aberrazione sferica longitudinale espressa in diottrie di un’area di cornea del diametro di 4.5 mm
É un coefficiente che rappresenta quanto la zona ottica della cornea è prolata oppure oblata.
Può essere espressa, a scelta, con i quattro parametri p, Q, e, SF.
- AGC (Apex Gradient Curvature): gradiente di curvatura apicale
Variazione media della curvatura corneale istantanea prendendo come riferimento la curvatura apicale e quella
del perimetro del cono
- AK (Apex Keratometry): cheratometria apicale
Indica il raggio di curvatura, od il potere diottrico del punto identificato come l’apice corneale e la relativa posizione in
coordinate polari o cartesiane.
AK < 48 nei limiti
AK > 48 < 50: sospetto cheratocono
AK > 50 anomalo
- Angolo k (kappa)
Decentramento dell'asse visivo rispetto al centro pupillare
I trattamenti di chirurgia refrattiva andrebbero centrati sull'asse visivo
É da evitare l'impianto di cristallini artificiali torici o multifocali in pazienti con elevato angolo k
- Angolo ɑ (alfa)
Differenza di posizione del centro della pupilla rispetto al centro del cristallino.
Il centro pupillare è equidistante dai margini della pupilla.
Il centro del cristallino, del sacco capsulare, ed il punto in cui si centra un cristallino artificiale, normalmente è equidistante dal limbus.
É da evitare l'impianto di cristallini artificiali torici o multifocali in pazienti con elevato angolo ɑ (alfa)
- Area:
indica l’area della ricoperta dal cono.
- Asfericità corneale (indici di forma)
Fornisce la curvatura in 2 diverse zone corneali centrale e periferica di dimensioni selezionabili;
Rf (raggio flat): raggio di curvatura ed asse del meridiano più piatto;
Rs (raggio steep): raggio di curvatura ed asse del meridiano più curvo;
Ad ogni valore di raggio è abbinato anche un valore di asfericità (p,e SF, Q a seconda dell’indice selezionato mediante il menù Opzioni)
RMS (Root mean square): Errore quadratico medio
Rappresenta quanto la superficie in esame si discosta dalla superficie sferotorica di best fit, descritta dal Rf. Rs e relative asfericità.
Se l’RMS è basso la superficie della cornea nell’area delimitata da quel particolare diametro è molto regolare.
Se l'RMS è alto, la superficie corneale è molto irregolare
RMS/A (Root mean square / Area):
Errore quadratico medio per unità di superficie.
- BCV (Baiocchi Calossi Versaci front index)
permette tramite l’analisi dei termini di coma, trifoglio e aberrazione sferica della decomposizione di Zernike delle altimetrie (C(3, ±1), C(3, ±3) e C(4, 0)) la valutazione della presenza e dello stato di una ectasia nella zona in cui statisticamente si sviluppa il cheratocono.
Le cornee dei pazienti affetti da cheratocono presentano determinate aberrazioni, più frequentemente di altre, ed avvengono più frequentemente in alcune direzione.
Il valore di questo indice comprende tutti questi aspetti, e vieni indicato in riferimento al 5o ed al 95o percentile di normalità.
Le cornee normali hanno valori molto vicini allo 0 (zero), ed il valore aumenta progressivamente in base alla presenza di cheratocono sospetto, accertato, e della sua gravità.
- Cheratoscopia
la fotografia della cornea su cui sono riflessi gli anelli corneali.
Permette all'oculista da avere una valutazione qualitativa della forma corneale, e della localizzazione delle deformazioni rispetto all'immagine dell'occhio.
É utile ad esempio per visualizzare la relazione tra alterazioni tra un astigmatismo ed i vasi sanguigni, o punti di sutura, o cicatrici corneali.
- Coordinate cartesiane (x,y)
Indicano la posizione di un punto della topografia in base al decentramento orizzontale e verticale in millimetri
- Coordinate Polari (p,@ )
Indicano la posizione di un punto della topografia in base alla distanza in millimetri dall'apice corneale (p), ed in base alla direzione verso cui è stato misurato questo decentramento o asse (@ )
- Curvatura D diottrie
Le diottrie indicano la capacità di deviare i raggi luminosi di un determinato punto della cornea.
La diottria è l'inverso della distanza focale (in metri) in cui di focalizzerebbe il punto di un'immagine proveniente da lontano (se il raggio proveniente da un'immagine lontana viene focalizzato a 23 mm (0,023 m) la curvatura corrisponde a 43 D (1 m/ 0,023 m = 43 D).
Rappresentare la curvatura in diottrie è utile per determinare come correggere con lenti le variazioni di curvarura corneale.
Le diottrie indicate dai topografi sono calcolate e non misurate: il topografo misura la curvatura della cornea, e calcola il potere diottrico utilizzando un indice di refrazione presunto (cioè considerando una capacità standardizzata della cornea di deviare i raggi luminosi: l’indice di refrazione cheratometrico =1,3375, ma spesso non perfettamente corrispondente alla realtà).
Più la cornea è curva:
* maggiore è la sua capacità di deviare i raggi luminosi,
* maggiore è il valore in diottrie
* minore sarà la distanza a cui vengono focalizzate le immagini,
* più piccole saranno le immagini riflesse dalla cornea,
* minore sarà la distanza tra gli anelli riflessi.
- Curvatura millimetri
I millimetri indicano la lunghezza del raggio di curvatura di un determinato punto della cornea (la metà del diametro di una sfera di diametro tale da avere una curvatura identica a quella del punto esaminato).
Corrisponde a ciò che misura il topografo.
Non consente di determinare facilmente come correggere con lenti eventuali astigmatismi.
Più la cornea è curva:
* maggiore è la sua capacità di deviare i raggi luminosi,
* minore è il valore del raggio di curvatura,
* minore sarà la distanza a cui vengono focalizzate le immagini,
* più piccole saranno le immagini riflesse dalla cornea,
* minore sarà la distanza tra gli anelli riflessi.
- Gradi Periferici
Tabella in cui sono riportati in tabella i valori di curvatura e sfericità in diverse zone di eccentricità.
É possibile scegliere la zona di calcolo tra Angolo sagittale (10°, 20°, 30°, 40°, 50°) e anello periferico in mm (6 mm,7 mm, 8 mm, 9 mm, 10 mm), sui semimeridiani nasale, temporale, inferiore e superiore e i relativi valori medi (AVG).
Nella parte bassa vengono riportati gli angoli di riferimento per le zone nasale, temporale,
inferiore e superiore.
- HIVD (Horizontal Iris Visible Diameter)
diametro orizzontale della cornea in millimetri
- IC (Irregolarità di Curvatura)
Si considera una superficie asferica di best fit, calcolata per un’area di cornea del diametro di 4.5 mm, centrata sul centro della pupilla.
IC è la Deviazione standard (o scarto quadratico medio, RMS) delle differenze tra le curvature istantanee misurate in campo pupillare rispetto alla superficie asferica di best fit.
- Indice di refrazione
Rapporto tra la velocità di propagazione della luce nel vuoto, e in un mezzo trasparente.
Più un mezzo è denso, minore è la velocità di propagazione della luce, maggiore la capacità di deviare i raggi luminosi, maggiore è la capacità di focalizzazione, con variazioni di curvatura più lievi.
Per convenzione si attribuisce alla cornea un indice di refrazione di 1,3375.
- KV (Keratoconus Vertex): vertice del cheratocono.
Indica l’altezza e le coordinate polari o cartesiane del punto più sporgente della cornea
- LSA: Longitudinal Spherical Aberration (Aberrazione sferica Longitudinale):
Aberrazione sferica longitudinale espressa in diottrie di un’area di cornea del diametro di 4.5 mm.
É un coefficiente che rappresenta quanto la zona ottica della cornea è prolata oppure oblata.
Può essere espressa, a scelta, con i quattro parametri p, Q, e, SF.
Viene calcolato su un'area del diametro di 4,5 mm, centrata sulla pupilla
Calcolata come differenza tra il potere marginale e parassiale,
(negativa per cornee prolate)
(positiva per cornee oblate)
- Mappa di curvatura
Utilizza colori tanto più caldi quanto maggiore è la curvatura corneale.
Comprende:
* Mappa tangenziale.
Rappresenta la mappa di curvature tangenziali.
* Mappa assiale;
Rappresenta la mappa di curvature sagittali (anche dette assiali).
* Mappa del potere refrattivo;
I poteri sono espressi in diottrie e sono calcolati usando l’indice di rifrazione 1.3375 e applicando la legge di Snell punto per punto.
- Mappa di elevazione
Rappresenta la mappa di elevazione rispetto ad una superficie di riferimento.
Il raggio della superficie di riferimento è indicato in alto a sinistra (Rbf) e rappresenta il raggio della sfera che meglio
approssima la cornea in esame (Raggio di best fit).
Il raggio della sfera di best fit è scelto in modo da minimizzare lo scarto quadratico medio delle altimetrie della cornea rispetto alla superficie di riferimento.
La scala è in micron (µm), colori caldi sono associati alle aree che si trovano al di sopra della superficie di riferimento, mentre i colori più freddi sono associati a quelle al di sotto della superficie di riferimento.
- p Fattore di forma
Rappresenta la deviazione della curvatura rispetto ad un arco di cerchio/ellisse.
p=b2/a2 dove:
a=semiasse minore di un ellisse
b=semiasse maggiore di un ellisse
p = 1 curvatura sferica (a=b)
p tra 0 e 1 = Ellisse Prolata (a>b) cioè asse orizzontale (z) maggiore del raggio verticale
p > 1 = Ellisse oblata (a<<b)
- Potere pupillare medio
Rappresenta la curvatura assiale media, espressa in diottrie, di una intera porzione di cornea di 3 mm di diametro, centrata sulla pupilla d’entrata, tenendo in considerazione l’effetto Stiles-Crawford, cioè dando più peso ai punti centrali.
Questo parametro rappresenta lo sfero-equivalente della cornea entro una zona pupillare di 3 mm.
- Pupilla (Topografica)
il centro della pupilla è indicato sulle mappe con la croce + (rossa)
r indica l'entità del decentramento in millimetri;
@ indica la direzione del decentramento;
Ɵ indica il diametro in millimetri.
- Q Indice di asfericità
Indica quanto cambia la curvatura corneale dal centro alla periferia.
Q = 0 in una cornea con curvatura di calotta sferica, senza variazioni di curvatura dal centro alla periferia
Q < 0 in una cornea prolata con curvatura più accentuata al centro rispetto alla periferia;
Una cornea normale ha un valore Q=-0,26 (ellisse prolata)
-1 < Q < profilo ad ellisse prolata
Q = -1 profilo prolato parabolico
Q < -1 profilo prolato iperbolico
0 < Q < 1 profilo ad ellisse oblata (es. dopo PRK miopica)
L'asfericità corneale serve a ridurre l’aberrazione sferica dell'occhio, e per ridurre la differenza di
curvatura alla giunzione corneo sclerale.
- RBF Radius Best Fit
valore del raggio di curvatura di una sfera che approssima meglio la superficie in esame, in una mappa di elevazione.
Tende a ridursi negli occhi con cheratocono, per aumento della curvatura corneale apicale
- SAI (Surface Asimmetry Index) Asimmetria di superficie
Media delle differenze di curvatura tra i 2 semimeridiani opposti di uno stesso meridiano.
In una cornea sferica il valore è 0 (nessuna differenze tra una metà corneale e quella opposta).
In caso di asimmetria, con una linea rossa viene evidenziato l'emimeridiano più curvo.
Con una linea blu viene evidenziato il profilo di curvatura dell'emimeridiano più piatto sull'altra metà della cornea.
- Scala assoluta
utilizza sempre la stessa corrispondenza tra colori e valori in modo da consentire confronti omogenei tra le mappe.
- Scala normalizzata
Viene calcolata automaticamente in base ai valori minimi e massimi della cornea in esame, per utilizzare tutta la gamma di colori disponibili, per evidenziare al massimo le differenze di curvatura della cornea esaminata.
É utile per valutare con precisione difetti piccoli che altrimenti possono apparire colori molto simili nella mappa assoluta.
Non è costante e non permette confronti diretti fra due mappe diverse.
- SI (Simmetry Index):
la Simmetria di curvatura anteriore è definita come differenza della curvatura tangenziale anteriore media in diottrie, di un'area semicircolare nell’emisfero inferiore, rispetto alla corrispondente nell'emisfero inferiore della cornea.
É un indice di asimmetria verticale:
valori positivi indicano un emisfero inferiore più curvo di quello superiore,
valori negativi indicano un emisfero superiore più curvo di quello inferiore.
Per questo indice sono mostrati i valori normativi (95° percentile e 99° percentile della popolazione normale);
SI<1.5 normale
SI>1.5 < 2 sospetto
SI> 2 anomalo
- Sim K
rappresenta la simulazione delle letture che si otterrebbero con un cheratometro
K1=potere ed asse del meridiano più piatto
K2=potere ed asse del meridiano più curvo
- Meridiani
vengono mostrati i valori di curvatura nei meridiani di maggiore e minore curvatura nelle zone dei 3 mm, 5 mm e 7 mm della cornea, forzando gli assi ad essere perpendicolari fra loro.
- Emi-meridiani
vengono mostrati i valori di curvatura sui singoli semimeridiani di massima e minima curvatura
nelle zone dei 3 mm, 5 mm e 7 mm della cornea.
I semimeridiani non sono vincolati ad essere perpendicolari fra loro.
- Volume:
indica il volume del cono.
Referto di esame topografico
Referto commentato di esame topografico computerizzato corneale