È inutile nasconderselo...
...una delle cose più antipatiche nell'uso della canoa canadese è il peso, l'ingombro, e le difficoltà di trasporto quando sono fuori dall'acqua!
Se poi la canoa non è un preziosissimo scafo in Kevar ed epoxy, se il parcheggio dell'auto non è così vicino all'imbarco, se il percorso da affrontare è ripido, sterrato, e dissestato, se ci sono anche pesanti attrezzature da campeggio, il trasporto può quasi diventare un incubo.
Il trasporto di una canoa dall'automobile all'imbarco.
Anch'io, come tutti, da quando utilizzo la canadese aperta, mi trovo spesso ad affrontare questo disagio, ed anche ora che dispongo di una canoa in "Kevlar ultralight" trovo che il trasporto sia la parte meno gratificante di ogni escursione.
Anch'io, come molti, inizialmente mi sono attrezzato con un carrellino con ruote di piccolo diametro, simili a quelle utilizzate dai corrieri per consegnare a domicilio scatoloni di cartone.
Assomigliava un po' a quello raffigurato poco sopra.
Ma non ne ero molto soddisfatto: impiegavo del tempo per legarlo alla canoa, tendeva ad intraversarsi rispetto allo scafo, se incontrava delle irregolarità del fondo, era poco scorrevole, pesava, ingombrava, ecc.
Una volta mi si è perfino rotto il cerchione di plastica.
Alla fine lo usavo molto raramente, e mi sono rassegnato a soffrire il peso della canoa sulle spalle, a limitare la distanza degli spostamenti, a fare delle pause riposanti, e poi anche a spendere molti soldi per sostituire la mia canoa con una più leggera.
Il problema non era comunque risolto, e non avevo a disposizione un carrello adeguato alle esigenze della canoa canadese aperta.
Non avrei mai potuto pensare di fare delle gite come quelle del mio amico Cristian, che si trasporta l'attrezzatura da canoa e da campeggio lungo mulattiere e sentieri di montagna, per raggiungere laghetti meravigliosi nel Lagorai, o sul Vaiont.
Non avrei mai potuto pensare di raggiungere i laghi dell'Alpe Devero, come Carlo.
Non avrei mai potuto immaginare di trasportare la canoa da casa al fiume senza pensare di utilizzare l'automobile (esigenza che sento soprattutto ora che non ho più la mia meravigliosa Fiat Multipla, l'automobile più adatta al trasposto delle canoe canadesi).
Ho quindi pensato di tentare di rimediare costruendomi personalmente un carrellino.
Ecco le caratteristiche che desideravo per il mio carrellino:
Per le ruote ho deciso di utilizzare quelle da bicicletta.
Sono enormemente più scorrevoli dei ruotini a bassa pressione per le consegne dei pacchi.
Hanno dei mozzi con coscinetti a sfera.
Sono facili da reperire.
Ho scelto delle ruote con cerchioni da 20".
Questo diametro mi sembra un buon compromesso per ottenere dimensioni relativamente contenute, la possibilità di stivaggio in canoa o in auto, una buona scorrevolezza anche su superfici sconnesse.
Ruote da 26" da MTB avrebbero favorito il trasporto della canoa su percorsi sconnessi, ma sarebbero risultate troppo ingombranti e pesanti.
Ruote più piccole da 15 o 12 " sarebbero state inadatte agli sterrati e sproporzionate rispetto alla struttura di ancoraggio ed alla stessa canoa.
Delle ruote da 20" possono essere facilmente recuperate gratis o a costo esiguo, da una vecchia bicicletta tipo "Graziella".
Io ho preferito quelle da BMX:
Inizialmente avevo pensato di costruire le ruote utilizzando dei mozzi da fissare su un solo lato, come quelli delle sedie a rotelle, o delle ruote anteriori delle MTB Cannondale con monoforcella anteriore.
Poi ho scoperto che non era facile procurarseli.
Che non era facile trovare mozzo e cerchione predisposti per lo stesso numero di raggi.
Infine ho pensato che la costruzione dovesse essere facile, economica, ed alla portata di tutti, e quindi ho optato per un mozzo da bicicletta tradizionale.
I mozzi da BMX hanno anche il pregio di essere dotati di guarnizioni in gomma di protezione dei cuscinetti dall'acqua e dalla polvere.
Il telaio dei carrellini normalmente è una struttura piuttosto ingombrante e pesante, per sopportare le forti sollecitazioni meccaniche.
Le canadesi aperte infatti normalmente sono grandi e pesanti.
Costruendo alcune canoe, mi sono accorto che la canoa è già costituita da un "telaio" di cui fanno parte i bordi (gunwales), le traverse, le costole..., su cui viene applicata una "pelle" impermeabile (di corteccia di betulla, oppure di tela di cotone, oppure di vetroresina, kevlar od altro).
Ho quindi pensato di utilizzare la struttura della canoa come supporto per le ruote, evitando di costruire un secondo telaio (con pesi ed ingombri connessi) per il carrello.
Le ruote vengono fissate e sostenute direttamente dai bordi della canoa.
La larghezza del carrellino rimane sempre uguale alla canoa da traspostare, sia che sia una monoposto da 60 cm, sia che si tratti di una grande multiposto da 110 cm.
L'allineamento delle ruote corrisponde all'orientamento del bordo, e non si rischia di avere il carrello intraversato sotto la canoa, o la canoa che invece si spostarsi nel senso della lunghezza avanzi obliquamente su un fianco.
Per la realizzazione ho cercato di utilizzare materiali leggeri, inossidabili, resistenti.
Ho realizzato 2 forcelle in lamiera di alluminio da 3 mm di spessore, assemblate con rivetti in alluminio da 5 mm di diametro, bulloni in acciaio inox da 8 mm di diametro, e parte di un pannello isolante per tetti in schiuma di poliuretano a cellule chiuse dello spessore di 100 mm.
Lato esterno della forcella.
Lato interno della forcella
Nel particolare è evidenziata la fessura (30x 5 mm) per il passaggio della cinghia di fissaggio della forcella alla canoa: per favorire lo scorrimento della cinghia la fessura è rivestita di plastica in polietilene di una bottiglia, così è possibile eseguire le regolazioni dal margine superiore ed esterno della forcella.
Estremità superiore della forcella.
Si vede la battuta creata con tubo quadrato di 45 mm di sezione;
Rivestimento in moquette per proteggere i bordi della canoa;
Spessori comprimibili in materiale espanso per compensare la curvatura dei bordi della canoa;
Placchette in legno di rovere per centratura delle forcelle sui gunwales mentre si esegue il fissaggio.
In secondo piano è riconoscibile la cinghia di fissaggio;
In primo piano i cordini di stabilizzazione (opzionali per percorsi lunghi e sconnessi).
La battuta superiore creata con un tubo quadro in alluminio ha una tripla funzione:
Evita che la lastra di alluminio dela branca interna si incurvi seguendo il profilo dei gunwales;
Mantiene la forcella perettamente verticale in senso antero-posteriore (previene l'inclinazione in avanti o indietro;
Mantiene la direzione della ruota parallela all'asse longitudinale della canoa (evita intraversamenti).
Il margine superiore della forcella è lungo 85 cm, appena poco meno della larghezza della maggior parte delle canoe.
Questo permette al carrellino di avere una base di fissaggio alla canoa approssimativamente quadrata.
Consente di stivare le forcelle all'interno della canoa anche per traverso, e senza fastidiose sporgenze dallo scafo mentre si naviga.
Le 2 branche della forcella sono perfettamente piane per la massima facilità di realizzazione, e di allineamento.
Sono state ritagliate con un seghetto alternativo.
Per una accurata realizzazione, è opportuno che le 4 lastre metalliche utilizzate per la costruzione della forcella siano perfettamente identiche ed allineate.
Per ottenere questa precisione, dopo aver ritagliato i 4 elementi, li ho accuratamente impilati e fissati tra loro con dei morsetti, ed ho eliminato irregolarità e differenze con una lima.
Anche l'incasso ad "U" per l'alloggiamento del perno della ruota, ed i fori per l'assemblaggio delle 2 branche della forcella sono stati eseguiti mantenendo le lastre metalliche perfettamente impilate.
Bisogna prestare attenzione anche a non rovesciare le lastre metalliche (davanti per dietro); altrimenti, anche il lavoro in apparenza più preciso produrraà risultati scadenti.
Il perfetto allineamento delle 2 branche della forcella è essenziale per avere una forcella "dritta", ed un a ruota allineata.
Per distanziare le 2 branche della forcella ho utilizzato parte di un pannello isolante per tetti in schiuma di poliuretano a cellule chiuse dello spessore di 100 mm (la larghezza esatta di un mozzo da bicicletta standard).
Si tratta di un materiale assolutamente adatto a sopportare acqua, pressione, è molto leggero e facile da tagliare e sagomare.
Infine conferisce galleggiabilità al carrellino in caso di "imprevisti".
La lastra di espanso è stata ritagliata lungo due archi di cerchio con raggi di curvatura di 400 mm (margine superiore), e 280 mm (margine inferiore), e levigata con carta vetrata.
L'assemblaggio delle 2 branche della forcella e del distanziatore è avvenuto mediante incollaggio con silicone acetico trasparente e 4 bulloni in acciaio inox M8x130 mm, avvitati su ampie rondelle per evitare deformazioni dalla lamiera nei punti di maggiore pressione.
In questo modo si viene a formare una sorta di passaruota con parafango.
Il fissaggio delle forcelle alla canoa è estremamente rapido e semplice.
Fissaggio del bordo superiore della forcella al gunwale.
Particolare della legatura alla traversa centrale
Montaggio delle ruote sulla canoa.
Una singola cinghia in tessuto da portapacchi sostiene inferiormente la canoa, mantiene le 2 forcelle contro le fiancate dalla canoa (verticali), è può essere regolata dall'esterno sopra il parafango.
Le forcelle vengono appese al gunwale della canoa ed appoggiate al riscontro creato col tubo quadro.
Le palette di legno di rovere mantengono la forcella in posizione finché non viene fissata.
Un cordino da rocciatore (inestensibile) da 6 mm (che ha un'estremità fissata al tubo quadro di riscontro) viene avvolto attorno alla traverssa centrale e fissato ad una galloccia da barca. Evita che la forcella si possa spostare avanti o indietro lungo la fiancata dellaa canoa, ed impedisce alla forcella di sollevarsi dai bordi sotto il peso della canoa.
Una cinghia da portapacchi viene fatta passare tra le 2 forcelle sotto lo scafo, e lo sorregge come un invaso per imbarcazioni.
La cinghia circonda anche la parte esterna e superiore della branca interna della forcella e si fissa al tubo quadro superiore di riscontro.
Può essere tensionata dalla fibbia che si trova sopra il parafango sul lato esterno.
La cinghia deve essere inestensibile e di buona qualità, perchè sostiene l'intero peso della canoa, delle attrezzature eventualmente inserite all'interno, e tutte le sollecitazioni trasmesse dalla strada all'imbarcazione.
Se si allenta o è troppo elastica, col peso della canoa, le forcelle tendono a sollevarsi dal gunwale, e le ruote si separano dalle fiancate, possono inclinarsi indentro o infuori e provocare pericolosi basculamenti soprattutto in curva e nei cambi di pendenza laterale.
Per facilitarne il corretto tensionamento io ho insertito un dispositivo a cricchetto nella parte che rimane sotto lo scafo.
Questo montaggio richiede pochi secondi e permette un sicuro trasporto a mano praticamente ovunque.
Se però come me scoprirete che questo carrello è scorrevole e veloce, decidete di affrontare lunghe distanze, di trainare la canoa con la bicicletta, o se avete intenzione di caricarlo con molto peso, è possibile rinforzare il fissaggio con dei cordini supplementari agli angoli superiori della forcella alle estremità del tubo quadro di riscontro.
Ho fissato questi cordini al bullone che sostiene le tavolette in legno di rovere.
Ho protetto i punti in cui le corde sfregano sulle estremmità del tubo e del bullone, rivestendole con un pezzo di tubo in gomma.
Collego tra loro gli angoli superiori destro e sinistro della della forcella con in cordino che passa sopra la canoa (impedisce variazioni di convergenza delle ruote), e con uno che passa sotto lo scafo (per sistribuire il peso della canoa su 3 punti (cinghia centrale e cordini anteriore e posteriore).
Ogni forcella completa di ruota e di tutti i dispositivi di fissaggio e di protezione pesa 6 kg.
Non è esattamente una piuma, ma il carrello completo pesa pur sempre meno di una bicicletta, è in grdo di trasportare pesi analoghi, ed è un po' meno ingombrante.
Il carrello si monta con facilità e rapidità su qualunque canoa.
È estremamente scorrevole e supera agevolmente percorsi sconnessi ed in contropendenza.
Per questa ragione, dopo pochi utilizzi, ho cominciato a pensare di utilizzarlo per rimorchiare la canoa con la bicicletta.
Nel manovrare la canoa sulle strade e sui marciapiedi bisogna prestare molta attenzione perchè le dimensioni sono davvro notevoli, e le ruote allargano in maniera ben apprezzabile la larghezza del veicolo.
La lunghezza è ben superiore alla straagrande maggioranza degli autoveicoli in circolazione.
La larghezza complessiva di oltre 110 cm (che si supera di regola montando le ruote su una canoa da 16 piedi), la assimila alle dimensioni di una vecchia FIAT 500.
È facile nelle curve che le estremità della canoa facciano delle ampie "spazzate" laterali, colpendo pali, ringhiere, o perfino passanti.
Sulle piste ciclbili bisogna fare attenzione alla larghezza che può far finire le ruote contro cordoli, marciapiedi, auto parcheggiate, ed ostacolare completamente il passaggio ad altri ciclisti.
Nel manovrare la canoa sulle strade e sui marciapiedi bisogna prestare molta attenzione perchè le dimensioni sono davvro notevoli, e le ruote allargano in maniera ben apprezzabile la larghezza del veicolo.
La lunghezza è ben superiore alla stragrande maggioranza degli autoveicoli in circolazione.
La larghezza complessiva di oltre 110 cm (che si supera di regola montando le ruote su una canoa da 16 piedi), la assimila alle dimensioni di una vecchia FIAT 500.
È facile nelle curve che le estremità della canoa facciano delle ampie "spazzate" laterali, colpendo pali, ringhiere, o perfino passanti.
Sulle piste ciclbili bisogna fare attenzione alla larghezza che può far finire le ruote contro cordoli, marciapiedi, auto parcheggiate, ed ostacolare completamente il passaggio ad altri ciclisti.